Citazioni celebri di Platone, pensieri, riflessioni, aforismi e idee del grande filosofo greco tratte dalle sue opere più famose e significative.
Io ritengo che l’esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l’uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.
Platone
Finché si tratta di calzolai che siano incapaci o che sian corrotti, o che si vantino di essere abili pur non essendolo, non ne verrebbe una gran perdita per lo Stato. Ma vedi bene che se fossero i Custodi delle leggi e dello Stato a fingere di essere custodi, mentre non lo sono, sarebbe la Città intera a correre il rischio di una completa distruzione, proprio perché la sua felicità e la sua buona amministrazione sono nelle loro mani.
Platone, La Repubblica, IV, 421A
I saggi parlano perché hanno qualcosa da dire; gli stupidi perché devono dire qualcosa.
Platone
La miglior soluzione a tutti i problemi è la pazienza.
Platone
Per natura all’opinione piace opinare.
Platone
Gli uomini condannano le ingiustizie non perché ritengono criminale commetterle, ma perché temono di poterne essere vittime.
Platone
Per il bene degli Stati sarebbe necessario che i filosofi fossero re o che i re fossero filosofi.
Platone
Schiavi e padroni non potranno mai essere amici.
Platone
Socrate: ”Che mai sarà allora Eros?” Diotima: ”Un grande demone, o Socrate: giacché tutto ciò che è demonico è qualcosa di mezzo tra dio e mortale.”
Platone
Tieni conto che la grande ricchezza e l’estrema povertà rendono l’uomo infelice in quanto l’una produce lusso, pigrizia e moti rivoluzionari, e l’altra grettezza, lavoro scadente e moti
rivoluzionari.
Platone
Insegnamenti di Platone. Fare della filosofia rettamente consiste nel non scegliere i tipi di esistenza peggiori al posto dei migliori per ignoranza del migliore e del peggiore, e, quando si siano scelti i migliori, nel non inclinare verso i peggiori per un impulso non controllato.
Platone
Interrogarsi è compito del filosofo, perché non vi è altro modo per dare inizio alla filosofia.
Platone
Il comportamento umano scaturisce sempre da tre fonti principali: desiderio, emozione e conoscenza.
Platone
Ogni cosa in questo mondo è un’ombra della sua forma ideale nel mondo delle idee.
Platone
I particolari riconducono necessariamente e inevitabilmente a universali.
Platone
L’anima dell’uomo è immortale e imperitura.
Platone
Imparare è ricordare.
Platone
La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito.
Platone
E Socrate sedette e replicò: Sarebbe bello, Agatone, se la sapienza fosse qualcosa che può scorrere, al semplice contatto, dal più pieno al più vuoto di noi, come attraverso un filo di lana l’acqua scorre dalla tazza più colma a quella più vuota.
Platone
Amore, fra gli dei l’amico degli uomini, colui che riconduce all’antica condizione. Cercando di far uno ciò che è due, Amore cerca di medicare l’umana natura.
Platone
Amore è possesso perenne del bene.
Platone
Socrate sposò Mirto solo per bontà d’animo giacché questa era caduta nella più nera miseria.
Plutarco
Colui che ama è cosa più divina di chi si lascia amare, perché un dio lo possiede.
Platone
Né l’amare né l’Amore sono in ogni caso belli o degni di lode, ma solo Amore che induce ad amare conforme al bene.
Platone
La responsabilità è di chi sceglie; la divinità è senza colpa. (Platone conclude dicendo che già in questa vita bisogna prepararsi alla scelta del proprio destino. Man a mano che l’uomo procede nella vita, sceglie di volta in volta il bene e il male, dunque determina il proprio destino.
Platone Repubblica X 617e
Non sarà il demone a scegliere voi, ma sceglierete voi il vostro demone. Chi è stato sorteggiato per primo, per primo scelga la vita alla quale sarà necessariamente congiunto. La virtù non ha padrone, e ognuno ne avrà in misura maggiore o minore a seconda che la onori o la disprezzi. La responsabilità è di chi sceglie; la divinità è senza colpa.
Platone Repubblica X 617e
…lì sta il più grave pericolo per l’uomo, nonché il principale motivo per il quale ognuno di noi deve preoccuparsi di ricercare e apprendere questa cognizione trascurando le altre, nella speranza di poter riconoscere e trovare chi lo renda capace ed esperto a distinguere la vita buona da quella cattiva.
Platone Repubblica 618c
Anche chi è arrivato per ultimo, se sceglierà con giudizio e vivrà con rigore, può disporre di una esistenza accettabile e non indecorosa. Il primo a scegliere non sia distratto e l’ultimo non si scoraggi.
Platone Repubblica X 619b
…Làchesi… a ciascuna assegnava come custode della sua vita ed esecutore della sua scelta il demone che si era preso.
Platone Repubblica X 620e
…Cloto… sanciva il destino che (l’anima) aveva scelto al momento del sorteggio. Repubblica X 620e
… Atropo… rendeva immutabile la trama filata. Repubblica X 620e
… da lì l’anima andava senza voltarsi ai piedi del trono di Anànke (Necessità) e lo superava. Repubblica X 620e
…le anime… si avviarono verso la pianura del Lete (v.g. Oblio) … si accamparono presso il fiume Amelete … furono costrette a bere … e chi via via beveva si dimenticava di ogni cosa.
Platone Repubblica X 621a
… se infatti chi viene a questa vita si applicasse sanamente alla filosofia e il sorteggio non lo ponesse a scegliere tra gli ultimi, è probabile che, stando a quanto ci viene riferito dall’aldilà, non solo sarebbe felice su questa terra, ma compirebbe anche il viaggio da qui a laggiù e il ritorno qui per una strada non sotterranea e aspra, bensì liscia e celeste.
Platone Repubblica X 619e
… fare della filosofia rettamente consiste nel non scegliere i tipi di esistenza peggiori al posto dei migliori per ignoranza del migliore e del peggiore, e, quando si siano scelti i migliori, nel non inclinare verso i peggiori per un impulso non controllato.
Platone
La virtù (arete) è senza padrone (adespoton) e ciascuno ne avrà di più o di meno a seconda che la onori o la spregi. La responsabilità è di chi sceglie; il dio (theos) non è responsabile.
Platone La Repubblica [617d]
Né l’amare né l’Amore sono in ogni caso belli o degni di lode, ma solo Amore che induce ad amare conforme al bene.
Platone, Simposio
Ed è ignobile quell’amante volgare che s’innamora piuttosto del corpo che dell’anima; e del resto non può essere nemmeno costante, giacché è innamorato di qualcosa che costante non è. Non appena appassisce il fiore del corpo, di cui era innamorato, s’invola lontano, smentendo tanti discorsi e tante promesse; ma chi s’innamora di un nobile carattere, ne resta amante per tutta la vita, in quanto si fonde a cosa che resta.
Platone, Simposio
Il vostro desiderio non è forse di essere una sola persona, tanto quanto è possibile, in modo da non essere costretti a separarvi né di giorno né di notte? Se questo è il vostro desiderio, io posso ben unirvi e fondervi in un solo essere, in modo che da due non siate che uno solo e viviate entrambi come una persona sola.
Platone, Simposio
In quanto figlio di Poros e di Penia, Amore è venuto a trovarsi in questa condizione: innanzitutto, è sempre povero e tutt’altro che tenero e bello, come invece pensano i più, anzi è aspro, squallido, scalzo e senza casa, abituato a gettarsi sempre a terra e senza un giaciglio, dormendo all’aperto davanti alle porte e in mezzo alle strade, secondo la natura di sua madre, sempre accompagnato dal bisogno.
Platone, Simposio
Amore da parte di padre, insidia i belli e i virtuosi, in quanto è coraggioso e ardito e tenace e bravo cacciatore, sempre pronto a tramare certi inganni, assetato di sapienza, ricco di espedienti, e per tutta la vita amante del sapere, temibile incantatore e stregone e sofista; e non è nato né immortale né mortale, ma talora nello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli è favorevole, talora invece muore, ma poi rinasce, grazie alla natura del padre, e quel che acquista gli si sfila via sempre di mano, al punto che Amore non è mai né povero né ricco, e d’altra parte si trova in mezzo tra la sapienza e l’ignoranza.
Platone, Simposio
Non appena appassisce il fiore del corpo, di cui era innamorato, s’invola lontano, smentendo tanti discorsi e tante promesse; ma chi s’innamora di un nobile carattere, ne resta amante per tutta la vita, in quanto si fonde a cosa che resta.
Platone, Simposio
Colui che ama è cosa più divina di chi si lascia amare, perché un dio lo possiede.
Platone, Simposio
Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà per desiderio dell’altra tentava di entrare in congiunzione e cingendosi con le braccia e stringendosi l’un l’altra, se ne morivano di fame e di torpore per non volere fare nulla l’una separatamente dall’altra.
Platone, Simposio
Chi sono dunque quelli che amano la sapienza se non sono né sapienti né ignoranti?
Platone, Simposio
Perché gli esseri umani e anche quelli non umani sono così disposti verso l’eros?
Platone, Simposio
In ogni caso sei fregato: se la trovi bella non sarà solo tua, se è brutta paghi per tutti gli altri.
Platone, Simposio
Tu non vuoi più possedere l’apparenza della bellezza, ma la bellezza reale, e quindi sogni di scambiare – non c’è dubbio – il bronzo con l’oro. Eh no, mio bell’amico, guarda meglio! T’illudi sul mio conto: io non sono niente.
Platone, Simposio
Lo sguardo della mente comincia davvero a esser penetrante quando gli occhi cominciano a veder meno: e tu sei ancora molto lontano da quel momento.
Platone, Simposio
Mia moglie è veramente sgradevole e petulante, ma, mentre a casa sopporto una tale moglie, io stesso mi abituo e mi abituo a tollerare più facilmente anche le altre cose degli uomini e soprattutto l’insolenza dei miei concittadini e le ingiustizie fuori dalla mia casa.
Platone, Simposio
Quanto a matrimonio o celibato, lascia che un uomo prenda la strada che desidera, egli si pentirà sicuramente.
Platone, Simposio
Temo l’amore della donna più dell’odio dell’uomo.
Platone, Simposio
Non so, o Ateniesi, che impressione vi sia rimasta dei miei accusatori; io, davvero, mi sono quasi dimenticato di me stesso, da quanto parlavano persuasivamente. Eppure non hanno detto quasi niente di vero.
Platone, Apologia di Socrate
Mi ha stupito soprattutto una delle loro molte bugie: hanno detto che dovevate cercare di non farvi ingannare da me, perché sono abile nel parlare.
Platone, Apologia di Socrate
Essi – dico – hanno detto poco o nulla di vero, ma voi non sentirete da me null’altro che la verità. E non userò affatto, o Ateniesi, discorsi come i loro, ben fraseggiati nelle espressioni e nei termini, e bellamente disposti: voi sentirete da me cose argomentate disordinatamente, con le prime parole che mi capitano a tiro – infatti io credo che quello che dico sia vero – e nessuno di voi si aspetti altro.
Platone, Apologia di Socrate
A questa età non starebbe bene venire da voi facendo discorsi come un ragazzino.
Platone, Apologia di Socrate
Infatti così stanno le cose: sono quassù in tribunale per la prima volta a settant’anni, e perciò sono del tutto estraneo a questo modo di esprimersi.
Platone, Apologia di Socrate
Perciò, come forse mi perdonereste, se fossi veramente straniero, di parlare con la lingua e alla maniera in cui sono stato educato, così ora vi chiedo – giustamente, mi sembra – di aver comprensione per il mio modo di esprimermi, buono o cattivo che sia, e di considerare invece attentamente se dico o no cose giuste, perché questa è la virtù del giudice, mentre quella dell’oratore è dire la verità.
Platone, Apologia di Socrate
C’è un certo Socrate, uomo sapiente, che strologa su quello che sta per aria e investiga su quello che sta sottoterra, e che fa del discorso più debole il più forte. Questi, che diffusero su di me una fama simile, sono i miei accusatori terribili, cittadini ateniesi, perché il loro uditorio ritiene che chi fa simili ricerche non credanegli dei.
Platone, Apologia di Socrate
Considerate dunque la duplicità dei miei accusatori: gli uni sono quelli che mi accusano ora, e gli altri sono quelli che, come dicevo, lo hanno fatto in passato. È opportuno che mi difenda prima da questi ultimi, perché li udiste accusarmi prima e molto più degli accusatori recenti.
Platone, Apologia di Socrate
O miei concittadini di Atene, io vi sono obbligato e vi amo; ma obbedirò piuttosto al Dio che a voi.
Platone, Apologia di Socrate
Finché io abbia respiro, e finché io ne sia capace, non cesserò mai di filosofare e di esortarvi e ammonirvi, chiunque io incontri di voi e sempre, e parlandogli al mio solito modo, così: “O tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei Ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni tu a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori; e invece della intelligenza e della verità e della tua anima, perché ella diventi quanto è possibile ottima, non ti dai affatto né pensiero né cura?”.
Platone, Apologia di Socrate
E se taluno di voi dirà che non è vero, e sosterrà che se ne prende cura, io non lo lascerò andare senz’altro, né me ne andrò io, ma sì lo interrogherò, lo studierò, lo confuterò.
Platone, Apologia di Socrate
Se mi paia che egli non possegga virtù ma solo dica di possederla, io lo svergognerò dimostrandogli che le cose di maggior pregio egli tiene a vile e tiene in pregio le cose vili. E questo io lo farò a chiunque mi capiti, a giovani e a vecchi, a forestieri e a cittadini; e più ai cittadini, a voi, dico, che mi siete più strettamente congiunti.
Platone, Apologia di Socrate
Ché questo, voi lo sapete bene, è l’ordine del Dio,; e io sono persuaso che non ci sia per voi maggior bene nella città di questa mia obbedienza al Dio.
Platone, Apologia di Socrate
Né altro in verità io faccio con questo mio andare attorno se non persuadere voi, e giovani e vecchi, che non del corpo dovete aver cura né delle ricchezze né di alcun’altra cosa prima e più che dell’anima, così che ella diventi ottima e virtuosissima; e che non dalle ricchezze nasce virtù, ma dalla virtù nascono ricchezze e tutte le altre cose che sono beni per gli uomini, così ai cittadini singolarmente come allo Stato.
Platone, Apologia di Socrate
Tuttavia, cittadini ateniesi, mi sembrò che anche gli artigiani bravi incorressero nello stesso errore dei poeti: ciascuno di loro, dal momento che lavorava bene nell’ambito della sua arte, si stimava molto esperto anche in altre importantissime questioni e questa stonatura tendeva a nascondere la loro sapienza.
Platone, Apologia di Socrate
Interrogai me stesso, per conto dell’oracolo, chiedendomi se preferissi essere come sono io, né sapiente alla loro maniera, né ignorante al loro modo, oppure come sono loro. E risposi a me stesso e all’oracolo che mi andava bene essere come sono.
Platone, Apologia di Socrate
E quelli che essi mettono alla prova si arrabbiano con me, invece che con se stessi, e dicono che un certo Socrate è oltremodo abominevole e corrompe i giovani.
Platone, Apologia di Socrate
Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve.
Platone, Apologia di Socrate
Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza.
Platone, Apologia di Socrate
La ricerca porta alla verità.
Platone, Apologia di Socrate
Certo sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo.
Platone, Apologia di Socrate
Chi è quell’uomo che potrebbe credere che esistono i figli degli dei e non esistono gli dei?
Platone, Apologia di Socrate
Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso.
Platone, Apologia di Socrate
La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.
Platone, Apologia di Socrate
Certamente lo conoscete Cherofonte; un giorno che era andato a Delfi, ebbe la faccia tosta di chiedere al dio se ci fosse qualcuno più sapiente di me e la Pizia gli rispose che non c’era nessuno.
Platone, Apologia di Socrate
Cittadini ateniesi, io vi amo e vi rispetto, ma ubbidirò al dio piuttosto che a voi, e finché avrò respiro e sarò in grado di farlo, non smetterò di fare filosofia, di consigliarvi e di insegnare a chiunque incontri.
Platone, Apologia di Socrate
Il tribunale ha votato, riconoscendo Socrate colpevole. L’imputato riconosciuto colpevole ha facoltà di proporre una pena alternativa a quella richiesta dall’accusatore.
Platone, Apologia di Socrate
Non mi senta irritato, cittadini ateniesi, da quanto è avvenuto – avete votato a mio sfavore – per molte ragioni insieme, e specialmente perché non è accaduto inaspettatamente: anzi, mi meraviglio molto più del numero di voti di ciascuna delle due parti. Io personalmente pensavo che la differenza sarebbe stata ampia, e non così piccola.
Platone, Apologia di Socrate
A quanto pare, se soltanto trenta voti fossero migrati dall’altra parte, io sarei stato assolto.
Platone, Apologia di Socrate
Dunque quest’uomo propone per me la pena di morte. Va bene: e quale pena dovrò offrire come controproposta, cittadini ateniesi?
Platone, Apologia di Socrate
Che cosa merito di subire o di pagare, perché nella mia vita non me ne sono stato tranquillo a studiare, ma trascurando ciò di cui si interessano i più – fare soldi, amministrare la casa, aspirare a comandi militari, a ruoli pubblici di oratore e ad altre cariche, partecipare alle associazioni politiche e alle lotte intestine della città – e ritenendomi troppo onesto per sopravvivere in quegli ambiti, non andavo dove non sarei stato certo utile a voi e a me, ma vi facevo un grandissimo servizio rivolgendomi a ciascuno di voi in privato?
Platone, Apologia di Socrate
Se dunque devo chiedere quello che merito secondo giustizia, mi sia assegnata questa pena: mangiare nel Pritaneo.
Platone, Apologia di Socrate
Ma, cittadini ateniesi, Platone, che è qui, e Critone, e Critobulo, e Apollodoro, insistono perché proponga una pena pecuniaria di trenta mine e per darne loro stessi garanzia. Mi multo allora di tanto. E ne saranno garanti per voi questi qui, con la corrispondente quantità di denaro.
Platone, Apologia di Socrate
Il tribunale ha deliberato a favore della condanna di Socrate a morte.
Platone, Apologia di Socrate
Su quanto dicevano contro di me i primi accusatori, basti, davanti a voi, questa autodifesa.
Platone, Apologia di Socrate
Tenterò di difendermi ora davanti a Meleto, l’uomo perbene, il patriota, come dice di essere, e dagli accusatori più recenti.
Platone, Apologia di Socrate
Socrate, non ti vergogni di esserti dedicato ad una attività per la quale sei ora esposto al rischio di morire?
Platone, Apologia di Socrate
Tu, ottimo uomo, poiché sei ateniese, cittadino della Polis più grande e più famosa per sapienza e potenza, non ti vergogni di occuparti delle ricchezze, per guadagnarne il più possibile, e della fama e dell’onore, e invece non ti occupi e non ti dai pensiero della saggezza, della verità, e della tua anima, perché diventi il più possibile buona?
Platone, Apologia di Socrate
Ma, cittadini, forse evitare la morte non è difficile, ed è molto più difficile evitare la malvagità, perché corre più veloce della morte. E ora io, che sono così lento e vecchio, sono stato catturato dalla più lenta, mentre i miei accusatori, che sono così bravi e svelti, li ha presi la più veloce, la cattiveria.
Platone, Apologia di Socrate
Ora me ne vado, io condannato a morte da voi, loro condannati alla malvagità e all’ingiustizia dalla verità. Io mantengo la mia pena, loro la loro. Forse era in qualche modo necessario che fosse così; e io penso che sia secondo la giusta misura.
Platone, Apologia di Socrate
Desidero fare una predizione a voi, che avete votato contro di me: perché sono già là dove le persone sono più propense a fare predizioni, quando stanno per morire. Io vi dico, uomini che mi avete ucciso, che ci sarà per voi una retribuzione, subito dopo la mia morte, molto più dura di quella pena cui mi avete condannato.
Platone, Apologia di Socrate
Ora voi avete fatto questo credendo di liberarvi dal compito di esporre la vita a esame e confutazione, ma ne deriverà tutto il contrario, ve lo dico io.
Platone, Apologia di Socrate
A mettervi sotto esame per confutarvi saranno di più: quelli che finora trattenevo, di cui voi non vi accorgevate; e saranno tanto più duri quanto più sono giovani, e tanto più ne sarete irritati.
Platone, Apologia di Socrate
Se pensate che basti uccidere le persone per impedire di criticarvi perché non vivete rettamente, non pensate bene. Non è questa la liberazione – né possibile, né bella – ma quella, bellissima e facilissima, non di reprimere gli altri, bensì preparare se stessi per essere quanto possibile eccellenti. Con questo vaticinio per voi che avete votato contro di me prendo congedo.
Platone, Apologia di Socrate
Anche a me, certo, sembra bello se qualcuno sa educare gli uomini, come fa Gorgia di Leontini, Prodico di Ceo e Ippia di Elide.
Platone, Apologia di Socrate
Callia, se i tuoi due figli fossero un paio di puledri o di vitelli, dovremmo prendere uno che li governi e stipendiarlo perché sviluppi in loro l’eccellenza (arete) appropriata, cioè un esperto di cavalli o di agricoltura. Ma, dal momento che sono uomini, chi hai in mente di assumere?
Platone, Apologia di Socrate
E continuai ad andare dall’uno all’altro: mi rendevo conto, con amarezza e timore, di essere odioso, ma mi sembrava necessario trattare ciò che concerne il dio come cosa della massima importanza.
Platone, Apologia di Socrate
Uomini, il più sapiente fra voi è chi, come Socrate, ha riconosciuto che in verità non è di nessun valore, per quanto concerne la sapienza.
Platone, Apologia di Socrate
Ma non ti chiedo questo, mio caro amico, bensì quale persona, chi, in primo luogo, conosce, appunto, i costumi e le leggi? Loro, Socrate, i giudici. Come dici, Meleto? Che sono capaci di educare i giovani e di renderli migliori? Certamente. Proprio tutti, oppure alcuni sì e altri no? Proprio tutti. Ben detto, per Hera! C’è tanta gente ad aiutarli! Ma allora questi che ci stanno ad ascoltare li rendono migliori, o no? Si’, anche questi. Ed anche i membri della Bulé? Anche loro. Ma, Meleto, non sono i componenti dell’ecclesia, a corrompere i più giovani? Oppure anch’essi, tutti insieme, li rendono migliori? Anch’essi. Ma allora. a quanto pare, tutti gli Ateniesi li rendono migliori, tranne me. Sono soltanto io a corromperli. È così che dici? Affermo proprio questo, con forza.
Platone, Apologia di Socrate
Dimmi ancora, Meleto, per Zeus, è meglio vivere fra cittadini buoni o cattivi? Rispondi, amico, non ti sto chiedendo nulla di difficile!
Platone, Apologia di Socrate
C’è dunque qualcuno che voglia essere danneggiato dalle persone con cui sta assieme, piuttosto che trarne vantaggio? Rispondi, mio caro amico: anche la legge te lo impone.
Platone, Apologia di Socrate
È chiaro, infatti, che una volta resomi conto dell’errore, smetterò di fare ciò che in ogni caso compio involontariamente.
Platone, Apologia di Socrate
Tu hai evitato di stare con me e di darmi insegnamento e non ne hai avuto voglia, e mi porti qui in tribunale, dove si usa condurre chi ha bisogno di essere punito ma non chi ha bisogno di imparare.
Platone, Apologia di Socrate
Ma per Zeus, ti sembro così? Non credo in nessun dio? Assolutamente no, per Zeus!
Platone, Apologia di Socrate
Lasciatelo rispondere, cittadini, e non schiamazzate per una parte o per l’altra. C’è qualcuno che non crede nei cavalli, ma in realtà ippiche? C’è qualcuno che non crede nei flautisti, ma in realtà flautistiche?
Platone, Apologia di Socrate
E allora, Meleto? Alla tua età sei tanto più sapiente di me alla mia.
Platone, Apologia di Socrate
Ma bisogna, giudici, che anche voi speriate bene davanti alla morte e teniate in mente questa verità, che non può esserci male per un uomo buono, né da vivo né da morto, e niente di quanto lo riguarda è trascurato dagli dei; anche le mie vicende d’ora non sono avvenute da sé, ma mi è chiaro che ormai per me morire ed esser liberato dal peso dell’azione era la cosa migliore.
Platone, Apologia di Socrate
Ma è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e voi, invece, a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio.
Platone, Apologia di Socrate
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