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Un buon libro per Natale

Un buon libro per Natale

Albero di Natale di libri
Albero di Natale di libri

Un buon libro per Natale, in questo periodo di feste, di guerra e di tragedie, vi consiglio Curarsi con i libri un regalo intelligente per tutti che sfrutta i rimedi millenari della letteratura per lenire molti dei nostri disagi.

Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati.
Sigmund Freud

Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o più d’uno) da leggere a intervalli regolari.
Ella Berthoud e Susan Elderkin

Non limitarti a dire che hai letto libri. Dimostra che attraverso loro hai imparato a pensare meglio.
Epitteto

Biblioterapia, ramo della medicina che cura certi disturbi dell’esistenza con la somministrazione di opere di narrativa.
Ella Berthoud e Susan Elderkin

I libri sono la cura per ogni malessere, ci mostrano le nostre emozioni, una volta, e poi ancora una, finché non riusciamo a dominarle.
D.H. Lawrence

La malattia è il medico al quale prestiamo più attenzione; alla gentilezza, alla conoscenza, facciamo solo promesse; al dolore obbediamo.
Marcel Proust

Scegliete sempre un libro che vi faccia fare bella figura se passate a miglior vita prima di averlo finito.
P.J. O’Rourke

In questo periodo di feste, e purtroppo di pandemia, voglio consigliare Curarsi con i libri, veramente un ottimo libro che potrebbe essere l’oggetto di un regalo intelligente un po’ per tutti, proponendone sia una piccola sintesi introduttiva degli autori stessi, sia un paio di pagine relative al Natale. La letteratura si basa fondamentalmente sul linguaggio, e quest’ultimo è stato elaborato nel corso dei secoli per comunicare, vale a dire per mettere in comune quello di cui c’è bisogno, ovvero condividere informazioni, dati, notizie, storie, consigli, esempi, ammonimenti, leggi, e naturalmente gioie e dolori.

Ecco, non sempre una buona e rapida comunicazione è alla base delle nostre relazioni e soprattutto dei rapporti tra medici e pazienti. Le varie problematiche sono dovute sia ad una certa disorganizzazione della nostra società, sia ad una certa ignoranza e incapacità dei vari attori della stessa. Per questo il linguaggio e la letteratura possono sempre servire, oltre che a migliorare le nostre conoscenze, anche a stimolare la comunicazione effettiva tra i vari artefici delle diverse attività umane, migliorandone così la qualità e l’efficacia. In ogni caso spero comunque che questi miei suggerimenti possano almeno aiutare tutti ad essere un po’ più disponibili e ad avere più a cuore sia la cura di noi stessi, sia quella dei nostri simili e dell’ambiente in cui viviamo.
Carl William Brown

Natale nella vecchia Londra
Natale nella vecchia Londra

Curarsi con i libri

I farmaci che prescriviamo non si trovano in farmacia quanto in libreria, in biblioteca, oppure sul proprio lettore di e-book. Siamo biblioterapiste, e i libri sono i nostri ferri del mestiere. La nostra farmacopea include balsami balzachiani, lacci emostatici tolstoiani, pomate di Saramago e purghe di Perec e Proust. Per compilarla abbiamo spulciato duemila anni di letteratura in cerca delle menti più brillanti e delle letture più ricostituenti, da Apuleio, che nel II secolo scrisse L’Asino d’oro, ai tonici contemporanei di Ali Smith e Jonathan Franzen.

La biblioterapia è diffusa, sotto forma di libri di auto-aiuto, da alcuni decenni. Gli amanti della letteratura, tuttavia, utilizzano i romanzi come rimedio, più o meno consapevolmente, da secoli. La nostra fiducia nell’efficacia della narrativa come forma migliore e più pura di biblioterapia si basa sulla nostra esperienza con i pazienti ed è corroborata da una valanga di aneddoti.

A volte è la storia che affascina; a volte il ritmo della prosa che lavora sulla psiche, calmandola o stimolandola. A volte un pensiero o un atteggiamento suggeriti da un personaggio che si trova invischiato in un dilemma simile. In qualsiasi caso i romanzi hanno il potere di trasportarci in un’altra esistenza, e farci guardare il mondo da un altro punto di vista… “Leggere uno scrittore, per me, non è solo avere un’idea di quello che dice, ma anche partire con lui e viaggiare in sua compagnia” disse André Gide. Nessuno torna da un simile viaggio come la stessa persona.

Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o più d’uno) da leggere a intervalli regolari. Alcuni trattamenti porteranno a una completa guarigione. Altri invece vi porteranno semplicemente conforto, dimostrandovi che non siete soli. Ma tutti, alla fine, offriranno un temporaneo sollievo dei sintomi, grazie al potere di distrarre e trasportare della letteratura… Come per ogni medicina, il trattamento deve essere sempre concluso per ottenere i migliori risultati.

Ella Berthoud e Susan Elderkin

Canto di Natale di Charles Dickens
Canto di Natale di Charles Dickens

Canto di Natale di Charles Dickens e Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo

Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti (v. Famiglia, gestire la propria), che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati (v. Maternità; Paternità; Intrappolati dai bambini). È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre (v. Al verde, essere al); di sicuro mangerete troppo (v. Gola; Obesità), farete molta aria (v. Flatulenza) e forse vi verrà pure la diarrea (v. Diarrea), o magari il contrario (v. Costipazione), e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo (v. Sbornia, postumi della; oppure, se siete reduci da molti Natali punitivi, Alcolismo).

Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi (v. Sposati, essere). Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione (v. Coming out, fare; Bambini, essere sotto pressione per avere). Se siete single, infine, vorranno sapere perché (v. Single, essere) e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine (v. Solitudine). Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli (di nuovo, v. Solitudine) o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l’esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede (v. Fede, perdere la) e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli (v. Misantropia).

In queste pagine potrete trovare la cura per ognuno di questi disturbi. Come misura preventiva leggetele un po’ per volta, nel corso dell’anno, e fatevi forza in vista del grande giorno. Quando arriverà, annunciate alla vostra famiglia, al partner, alla nonna o alla vostra pianta che, invece di guardare il solito film in TV, nel giorno di Natale leggerete a voce alta, intorno al camino acceso, con a portata di mano caldarroste e vin brulé, un libro per tutte le età: Canto di Natale di Charles Dickens. È una splendida storia di fantasmi. Ebenezer Scrooge: un uomo solo, vecchio, avaro, cattivo. Bob Cratchett, il suo impiegato: umile, sfruttato, maltrattato, eppure allegro. Tiny Tim, il figlio di Cratchett: adorabile, patetico, in punto di morte. Jacob Marley, un collega di Scrooge: ansioso, vendicativo, allarmista, morto. Tutti insieme raccontano una storia che ha il fascino e il con-forto di un classico per bambini ma è capace di rivolgersi anche a un pubblico adulto. Gustatevi quelle apparizioni spettrali. Restate sgomenti per l’inutile avarizia di Scrooge e per l’eterno rinvio del suo matrimonio. Versate calde lacrime di compassione per Tiny Tim.

Natale a Napoli
Natale a Napoli

Fate festa con tutti, alla fine. «Sono leggero come una piuma, felice come un angelo, allegro come uno scolaretto. Sono stor-dito come un ubriaco», canticchia Scrooge. È colpa di Dickens se ci aspettiamo sempre un bianco Natale; è lui che per primo ci ha esortati a «onorare il Natale nel cuore», a fare festa e a dare agli altri tutto ciò che possiamo, in altre parole, è in gran parte responsabile per avere trasformato il Natale in quello che è adesso. Dunque, tocca a voi trasformare Dickens in una tradizione che si ripete ogni anno. Un gradevole senso di calore si diffonderà nel vostro cuore mentre leggete, e nel cuore dei vostri consanguinei. Anzi, forse scoprirete che l’anno dopo andrà ancora meglio. E se sarete soli a Natale, offritevi di leggerlo ai vicini. Con la vostra migliore voce dickensiana. Intervenendo nella loro dinamica famigliare potreste aiutarli più di quanto pensiate.

Ma se vi piace il teatro, per superare tutto il trambusto di questo periodo di festa e trasformarlo in una sarabanda tragicomica sempre restando nel solco della tradizione, potreste affidarvi anche alle battute di un altro scrittore che conosceva bene le voci dei fantasmi di dentro e di quelli di fuori: Eduardo De Filippo. Natale in casa Cupiello fu rappresentato, nella sua prima versione come atto unico, il 25 dicembre del 1931 a Napoli. Intorno all’ignaro patriarca Luca Cupiello, che si occupa esclusivamente di costruire e salvaguardare il suo presepe, va in scena l’esplosione definitiva di ogni illusoria armonia familiare, una danza di ipocrisie, tradimenti e disinganni. Lo schema eduardiano della riunione di una famiglia per un ultimo grande Natale si riproporrà, in un’altra latitudine e nel primo anno del nostro nuovo secolo, ne Le correzioni di Jonathan Franzen, più o meno con gli stessi esiti: una condanna all’allucinazione e alla demenza per il capostipite. Rammentatelo, quindi, il giorno che vi troverete seduti a capotavola in una cena o in un pranzo di Natale: forse fareste bene a prenotarvi un viaggio alle Hawaii.

Tratto dal libro Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno.

Ella Berthoud e Susan Elderkin Sellerio Editore

Curarsi con i libri
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