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Pensieri e riflessioni sulla pubblicità

Pensieri e riflessioni sulla pubblicità

Pensieri e riflessioni sulla pubblicità
Pensieri e riflessioni sulla pubblicità

Pensieri e riflessioni sulla pubblicità, idee e meditazioni brevi di vari autori famosi sul linguaggio, la funzione, i pregi e i grandi difetti della pubblicità.

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Carl William Brown

I desideri del consumatore sono fabbricati dal produttore. Nonostante la concorrenza tra le varie marche, la pubblicità si propone uno scopo generale, ed è di stimolare il desiderio di consumi; tutte le aziende si aiutano a vicenda nell’esercitare quest’influenza fondamentale tramite la rispettiva pubblicità, mentre il compratore esercita solo in via secondaria il dubbio privilegio di scegliere tra varie marche concorrenti.
Erich Fromm

A scuola ho sempre fatto pubblicità ai libri, agli scrittori ed alla cultura, ma oltre al mio stipendio di insegnante precario con cattedra spezzata ed in sede disagiata non ho mai preso 5 lire da nessuno; poi, mentre mi sto godendo la tranquillità del focolare domestico e mi rilasso davanti al magico schermo vedo con piacere, oltre che con filantropica e sincera soddisfazione, degli splendidi personaggi che guadagnano centinaia e centinaia di milioni se non miliardi per reclamizzare una miriade di inutili, dannosi e stupidi prodotti. Eh si, cosi va il mondo.
Carl William Brown

La pubblicità suggestiva cerca di influenzare il cliente con un messaggio che vinca la sua resistenza all’acquisto. Ciò su cui si fa leva con questo genere di pubblicità non è il lato informativo, ma l’immagine del prodotto. Quindi cerca di stimolare l’inconscio del cliente. E dove il bisogno non c’è, lo si crea.
Tullio Avoledo

Con Platone si potrebbe anche dire che il bello è anche bene, ma non viceversa; infatti prendete una brutta donna o un brutto uomo che si comportano bene, potremmo ancora dire che sono belli? E se si, potremmo forse sperare di farli lavorare in tw, nel cinema, nella moda o nella pubblicità.
Carl William Brown

Sono a casa seduto davanti alla TV quanto il telefono suona, e una voce dall’altra parte dice: “Le piacerebbe essere l’uomo vodka di quest’anno?”; io rispondo: “No, sono un artista, e non faccio pubblicità, non sono un ruffiano, non bevo vodka e se lo facessi non berrei la vostra!”; e lui: “Peccato, paghiamo 5 milioni di dollari…”; e io: “Attenda in linea, per favore, le passo il signor Allen…”.
Woody Allen

Come non sono interessato alla pubblicità televisiva, ma la guardo, perché talvolta è anche divertente e poi comunque ci aiuta a capire come gira il mondo, così faccio lo stesso con gli annunci su Internet, magari riguardano dei prodotti o delle offerte che non mi interessano realmente, ma talvolta li clicco ugualmente, un po’ per curiosità, e un po’ per restare informato sia sulle strutture dei nuovi siti web, sia per visitare nuove promozioni, che possono essere commerciali, turistiche, industriali, educative e via dicendo; per di più così facendo qualcuno ci guadagna anche, inoltre resto più informato sulla stupidità del globo grazie ai networks di advertising, e alla fine percepisco pure un po’ di quel che ho donato.
Carl William Brown

Riflessioni sulla pubblicità
Riflessioni sulla pubblicità

Le reazioni più intime degli uomini sono così perfettamente reificate ai loro stessi occhi che l’idea di ciò che è proprio e peculiare a ciascuno di essi sopravvive solo nella forma più astratta: personality non ha praticamente altro senso, per loro, che quello di denti bianchi, bocca fresca e libertà dal sudore e dalle emozioni. È il trionfo della pubblicità nell’industria culturale, l’imitazione coatta, da parte dei consumatori, delle merci culturali pur scrutate nel loro significato.
Max Horkheimer e Theodor Adorno

Ci sforziamo di più che gli uomini parlino di noi, piuttosto che di come e cosa dicono, e ci basta che il nostro nome scorra sulla bocca degli uomini, in qualunque modo. Si dice che essere conosciuti sia in qualche modo avere vita e continuità nella custodia di altri uomini.
Michel Eyquem De Montaigne

Avete presente quelle mutandine che quasi non si vedono neanche, indossate da degli splendidi fondoschiena che sculettano in tw o che appaiono gigantescamente sui muri delle città, ecco, sappiate che magari vengono tagliate in Italia, cucite in Cina, imballate in Israele, da li trasportate in America e solo in seguito vendute in tutto il mondo. Così facendo gli imprenditori risparmiano perché pagano poco la manodopera, così facendo chi lavora ovviamente guadagna sempre di meno e invece chi poi le deve acquistare le paga comunque sempre più care, perché si sa, oggigiorno i trasporti e la pubblicità costano sempre di più.
Carl William Brown

Il mostro della pubblicità… è una specie di polipo con innumerevoli tentacoli. Lancia a destra e a sinistra, davanti e dietro, le sue braccia viscide, e raccoglie, attraverso le sue mille piccole ventose, tutti i pettegolezzi, le calunnie e le lodi a galla, per sputarli di nuovo al pubblico.
Sarah Bernhardt

La pubblicità può ben cambiare mezzo, forma e stile, ma rimane il fatto sostanziale che il banale contenuto delle sue stronzate è comunque e sempre abbondantemente propugnato al pubblico, anche se per fortuna ormai viene sempre più snobbato.
I politici, gli imbonitori, i venditori di pubblicità, i persuasori della stupidità vi inviteranno sempre ad essere ottimisti e a pensare in modo positivo, proprio perché ciò agevola i loro interessi e prepara la beffa finale, la tragedia della vostra sconfitta, che sarà ugualmente una cosa positiva, per loro però.
Carl William Brown

La pubblicità è la vita di questa cultura. Senza pubblicità il capitalismo non potrebbe sopravvivere e allo stesso tempo la pubblicità è il suo sogno.
John Berger

Le reclames dei dentifrici, dei deodoranti, dei vari spray, dei disinfettanti della bocca, sono piene di messaggi psicologici: devi ricevere approvazione, e un modo per ottenerla consiste nell’acquistare il tale prodotto. Come mai i pubblicitari si abbassano a tali tattiche? Perché lavorano! Vendono! Sanno che la gente è affetta dal bisogno di approvazione, e lo sfruttano per comporre piccoli sketch che inviino i messaggi giusti.
Wayne Dyer

La stupidità dei moderni telegiornali e dei loro giornalisti, inconsapevoli sicofanti della potente società dei consumi dominata dalla pubblicità e consacrata ideologicamente dalla legge di mercato, giustifica tutti i crimini che si sono perpetrati e che si commetteranno in futuro, ed è perciò perfettamente legittima.
Carl William Brown

International Daimon Brand marketing
International Daimon Brand marketing

Musica liturgica, o composizioni votate all’elevazione morale del credente: insomma il solito, massiccio, lavoro pubblicitario pagato dalla Chiesa per promuovere il suo prodotto (chissà quanto ci metteremo ancora ad ammettere che siamo debitori del meglio dell’arte occidentale alla geniale intuizione di una setta religiosa che inventò la pubblicità e vi investì quantità di denaro irragionevoli).
Alessandro Baricco

Nel momento in cui l’attrazione sessuale diventa attrazione per le merci, la sessualità cessa di essere un tabù. L’odierna mancanza di pregiudizi sulle cose del sesso, il crollo della pruderie, lungi dall’essere un’emancipazione progressista, sono figli della libertà della pubblicità, quindi un fatto esclusivamente commerciale.
Umberto Galimberti

Pur facendo da anni la pubblicità ai libri, in qualità di insegnante, non ho mai preso 5 lire da questa nobile promozione, e poi un pirla qualsiasi che fa il testimonial di un qualsiasi stupido prodotto in tw è capace di guadagnare anche centinaia e centinaia di milioni, che vengono regolarmente e inconsapevolmente pagati dai consumatori all’atto dei loro acquisti.
Carl William Brown

La pubblicità politica sempre meno si distingue dalla pubblicità delle merci, per cui i sondaggi, lungi dal sondare l’opinione pubblica, sondano di fatto la capacità di persuadere dei mezzi di comunicazione, con conseguente riduzione della democrazia a esercizio di scelte di consumo. Che fare? Nulla. Perché l’identità personale a cui fare appello per arginare gli inconvenienti del consumismo non c’è più, essendo stata a sua volta risolta in un insieme di bisogni e desideri programmati dal mercato.
Umberto Galimberti

La Martini e Rossi per una pubblicità del suo spumante ha speso cinque miliardi, una bella parte dei quali è andata a Naomi Campbell, la testimonial. Partendo dalla considerazione che un fatto così inaudito giustifica come al solito tutti i crimini della storia, arriviamo comunque alla conferma filosofica che per certa gente è innegabile che si viva nel migliore dei mondi possibile, come già sosteneva Leibniz (leggete a proposito il bel libro di Voltaire intitolato Candido o dell’ottimismo) e più recentemente Popper, ma ovviamente questa riflessione non è valida per tutti ed è perciò che un nuovo Voltaire, con il suo Candido, si accinge a demolire questo assurdo e semplicistico modo di stare al mondo.
Carl William Brown

Il televisore è un contenitore pieno di prodotti. Dentro ci sono detersivi, automobili, macchine fotografiche, cereali per la prima colazione e altri televisori. Non sono i programmi a essere interrotti dalla pubblicità, ma è il contrario. Un televisore è una forma di imballaggio elettronico. Non è altro. Senza i prodotti, non esiste nulla. Il concetto di programma educativo è un’idiozia.
Don DeLillo

Anno del signore 1997. Finale di coppa dei campioni. In caso di vittoria ogni giocatore della Iuventus riceverà in premio più di cinquecento milioni netti. Per la stessa partita la rete televisiva che la metterà in onda incasserà più di quattro miliardi per la vendita di spazi pubblicitari. Questo è lo sport, questa è la pubblicità, questa è la televisione, questa è la stupidità.
Carl William Brown

È questo che fanno i pubblicitari. Scommettono la propria vita sulle critiche, sull’attenzione, sul desiderio, la paura, l’amore, il matrimonio fra i diritti di concessione e il mercato. Sulla persistenza dell’immagine nella memoria del pubblico. Sulla fedeltà alla marca. Sull’empatia col cliente. Sulle vendite. Sulla vita.
David Foster Wallace

La scrittrice di va dove ti porta il cuore ha firmato il racconto che apre il nuovo catalogo Benetton. Lei non accetterebbe mai di fare pubblicità, ha detto, perché in primo luogo sarebbe una forma di prostituzione e lei non ha bisogno di soldi e poi perché il 99% della pubblicità fa vomitare ed è disgustosa. Evidentemente quella per la benetton però appartiene a quel bizzarro un per cento.
Carl William Brown

Molte persone, quando gli si dice che sono influenzate dalla pubblicità, rispondono che su di loro essa non può avere effetto perché «neanche la guardano». Infatti non la guardano; ma la vedono. Non possono fare a meno di vederla, almeno fugacemente e almeno senza guardarla con attenzione. Ebbene, il pubblicitario non si augura affatto che il suo lavoro sia guardato con attenzione, compreso nei dettagli, analizzato a fondo. Si augura precisamente il contrario, e sa che può contarci.
Edoardo Lombardi Vallauri

Agenzie di marketing e pubblicità
Agenzie di marketing e pubblicità

La pubblicità ha introdotto, con il marketing e la rilevazione dei desideri dei consumatori, un modello di controllo dell’opinione pubblica per quanto riguarda i consumi. Trasferire questo modello alla dialettica democratica è un gioco da ragazzi. Se la pubblicità condiziona i nostri consumi materiali, perché non dovrebbe condizionare le nostre scelte ideologiche, soprattutto in un’epoca in cui all’ideologia e ai principi si sostituiscono i consumi come valori?
Carlo Freccero

Ho visto una faccia da scemo, abbastanza popolare, reclamizzare un hotel. Bene, non so di che hotel si trattasse, ma invece so bene due cose, la prima è che non metterò mai piede in un posto del genere, la seconda è che a ripensarci bene quella faccia da scemo mi sembra sempre più stupida ed indecente. Ora a questo punto io mi chiedo, chissà se erano proprio questi gli effetti comunicativi che i creativi di quella pubblicità si prefiggevano?
Carl William Brown

L’aspirazione alla fama non è semplice vanità mondana: contiene in sé una qualità religiosa, agli occhi di coloro che non credono più al tradizionale aldilà, e lo si nota particolarmente nel caso dei leader politici. La pubblicità prepara la strada all’immortalità, e gli addetti alle pubbliche relazioni divengono i nuovi sacerdoti.
Erich Fromm

Alcune realtà pseudo indipendenti della scena culturale alternativa italiana non amano la pubblicità, forse perché la ritengono sporca. Invece i denari che raccolgono alle loro feste dove scorrono alcool e droga a fiumi, e i finanziamenti che ricevono dai vari amministratori di turno, risultano essere a loro avviso chiaramente più puliti.
Carl William Brown

È difficile produrre un documentario televisivo che sia insieme incisivo e approfondito quando ogni dodici minuti viene interrotto da dodici coniglietti ballerini che decantano una carta igienica.
Rod Serling

Tutti i metodi di lavaggio del cervello usati dalla propaganda politica e dalla pubblicità industriale devono essere messi al bando. I metodi in questione sono pericolosi, non solo perché ci inducono ad acquistare cose di cui non abbiamo bisogno e che non desideriamo, ma anche perché ci persuadono a scegliere rappresentanti politici di cui non avremmo bisogno e che non desidereremmo se fossimo nel pieno possesso delle nostre facoltà mentali.
Erich Fromm

La pubblicità ha il compito di pareggiare il nostro bisogno di merci con il bisogno delle merci di essere consumate. I suoi inviti sono esplicite richieste a rinunciare agli oggetti che già possediamo, e che magari ancora svolgono un buon servizio, perché altri nel frattempo ne sono sopraggiunti, altri che “non si può non avere”.
Umberto Galimberti

Il punto critico è la storia di un’idea. E l’idea, semplicemente, è che il modo migliore per comprendere la ragione per cui libri sconosciuti si trasformino improvvisamente in bestseller, oppure l’aumento del fumo tra gli adolescenti, o ancora il fenomeno del passaparola o qualsiasi altro cambiamento misterioso che segni la vita di ogni giorno, è quello di considerarli come epidemie. Idee, prodotti, messaggi e comportamenti si diffondono proprio come fanno i virus.
Malcolm Gladwell

Gran parte della pubblicità attuale segue questa regola aurea: non dire esplicitamente la cosa che ti sta a cuore, ma falla passare nella mente del pubblico per via indiretta. A questo servono le immagini e i suoni. A questo servono le ragazze nude. Ma a questo può servire anche il linguaggio. Esistono infatti molti modi di «dire le cose» senza dirle esplicitamente.
Edoardo Lombardi Vallauri

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