Beata Inconsapevolezza, un articolo di una vasta serie sulle tematiche della stupidità, del potere e della guerra di Carl William Brown
Questo breve testo è stato scritto in uno dei forum del Daimon Club un po’ di tempo fa, ma è comunque sempre molto attuale. Aggiungo solo come sintetica prefazione un paio dei miei aforismi dedicati soprattutto a chi scrive o più in generale a chi crede di fare arte o peggio ancora comunicazione e magari nella sua testa, anche di stampo filantropico.
C’è chi scrive per cercare di fare due soldi, chi per passatempo, chi per un sogno di gloria, chi perché non sa fare altro, chi perché deve servire in qualche modo il genio, e infine c’è chi scrive perché è un teorico, un teorico del bene e allo stesso tempo, ovviamente, del male.
Carl William Brown
Uno scrittore, un artista o più semplicemente un webmaster possono vendersi bene solo se riescono a contare su un brand accattivante ed attraente, e da soli, operando in completa autonomia, questa strategia di marketing non è certamente raggiungibile.
Carl William Brown
Il titolo di questo breve articolo, che si rifa ad un’espressione del Carducci, beata inconsapevolezza, è sintomatico di come nelle nostre società la stupidità possa assumere tutte le forme possibili ed immaginabili, e questo come testo che apre ufficialmente il forum sta ad indicare come talvolta la vera stupidità per proliferare si serva anche di collaboratori che proprio grazie alla loro mancanza di sensibilità riescono poi a fare in modo che la paurosa regina possa compiere imprese di ben più ampia portata.
E vediamo il perché. La rete nasce proprio come mezzo per mettere in comune le proprie esperienze, il proprio sapere e quindi come mezzo di collaborazione tra i vari artefici della stessa. Comunicare significa appunto anche confrontarsi, perché proprio dal confronto dialettico nascono nuove idee, nuove critiche e quindi nuove proposte, metodi e tecniche per migliorare la realtà, chi non vuole comunicare dunque, potrebbe benissimo anche togliersi dalla rete, sempre che non ci stia solo per lavoro o per guadagnarci qualcosa, in questo caso non siamo in presenza di gente che utilizza a fondo le potenzialità di questa nuova forma di comunicazione, ma siamo solo in presenza di gente stupida, falsa e ipocrita, che vede le nuove tecnologie solo come un mezzo per incrementare i propri guadagni o come potente mezzo per fare da vuoto megafono alle idee del potere.
E vengo al dunque. Come ogni autore che voglia diffondere le proprie idee e che sia attivo nell’ambito di qualche associazione culturale o umanitaria, anch’io ogni tanto mando delle informative a vari personaggi che popolano la rete, e una volta mi è capitato che una webmaster di un sito abbastanza noto e frequentato, che da dello spazio gratuito, ricordiamoci a questo proposito che nessuno fa niente per niente, mi ha risposto di “deinserirla” dalla mia mail list, e fin qui niente di strano, la cosa inquietante però è che non capisco come mai una che opera in questo settore non ci tenga a conoscere anche solo se “en passant” le attività culturali di un’associazione molto efficiente come quella in cui opero io. Preso allora da una certa curiosità sono andato a vedere il suo sito e sulla prima pagina ho trovato scritto questa frase: ” In un mondo “reale e virtuale”, dove tutti cercano di fagocitare le altrui esperienze sommergendo le voci più deboli sotto valanghe di consumismo e arrivismo sociale, questo sito vuol dare voce a tutti, in un’ottica di sviluppo e di aggregazione che fa dell’uomo il centro della propria energia”.
Allora io dico, vogliono dare voce a tutti, e la prima lettera che gli mandi per informarli delle tue attività culturali ti rispondono subito di non scocciarli più, ma allora a chi vogliono dar voce, a cosa vogliono contribuire? La domanda parrebbe senza risposta se non ci fosse come al solito una parola, un concetto che ci viene in aiuto, in soccorso, in effetti vogliono dar voce alla stupidità, ecco tutto, e per di più vogliono anche guadagnarci!
E allora direte voi, allora a queste rivoluzionarie dalla sottana in giù come le chiamava Orwell dedico questa bella citazione, facendola però precedere da un’idea cardine di un mio amico surrealista, il caro Tristan Tzara che diceva: “… Ogni uomo gridi: c’è un grande lavoro distruttivo, negativo da compiere. Spazzare, ripulire…” perché anche chi costruisce, come il sottoscritto, non è detto che non lo faccia al tempo stesso per distruggere, magari, per intenderci, un po’ di stupidità, ed ora ecco la bella frase che dedico a questa povera e meschina webmaster della nostra epoca virtuale che da spazio a tutti, sempre che ci sia da guadagnare qualcosa naturalmente: ” Oh maledetta superbia, quando cesserai tu dal persuadere a’ vermi ed agli scarabei, ch’ei sono liofanti e rinoceronti; e a quando cesserai tu, balorda ignoranza, di sbagliare per liofanti e per rinoceronti i vermi e gli scarabei!”(Aristarco Scannabue, Roveredo – 1763).
E la morale della favola direte voi? Non c’è una morale unica e definitiva, l’unica cosa da considerare è che la stupidità è un mostro multiforme dalle innumerevoli teste e allora se qualcuno vuole contribuire a tagliarne qualcuna sarà di certo il benvenuto, viceversa le taglierò tutte io, per quello che posso naturalmente, e poi tutta la mia opera è comunque rivolta in quel senso. Arrivederci dunque filantropica webmaster dalle nobili intenzioni e dalle misere azioni , meschine ed ipocrite, come va la tua testa? Perché se non va bene possiamo sempre tagliarla!
Carl William Brown
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