Idee, parole, metafore e riflessioni
 
Storia e atrocità

Storia e atrocità

Storia e atrocità, riflessioni di Ernst Jünger
Storia e atrocità, riflessioni di Ernst Jünger

Storia e atrocità, alcune riflessioni brevi in forma aforistica del filosofo scrittore Ernst Jünger.

La storia dell’uomo ha sempre conosciuto fenomeni di questo genere, che potrebbero essere annoverati tra i casi di atrocità che non mancano quasi mai in periodi caratterizzati da grandi cambiamenti. Più preoccupante è constatare che la crudeltà minaccia di trasformarsi in elemento, ossia in dispositivo delle nuove strutture del potere, e che il singolo è disarmato di fronte a essa.

Le ragioni sono molte, prima tra tutte il fatto che la crudeltà è connaturata al pensiero razionale, nei cui progetti si insinua a poco a poco. In questo quadro, il venir meno della libera concorrenza occupa un posto particolare ed è all’origine di un curioso fenomeno di immagine riflessa. La concorrenza, come dice il suo nome, è simile a una gara di corsa in cui il premio spetta ai più abili.

Quando essa viene a mancare, c’è il rischio di vivere di rendita a carico dello Stato, mentre la gara tra Stati continua, la concorrenza continua nella politica estera. In questa breccia si inserisce il Terrore. Sappiamo che a provocarlo sono altre circostanze: ma qui ci troviamo di fronte a uno dei motivi che concorrono a perpetuarlo. E così ora sarà la paura a imprimere la spinta che prima nasceva dalla corsa. Il livello della gara dipendeva dalla pressione. Ora dipende dal vuoto.

Là è il vincitore a imporre il suo ritmo, qui i più disgraziati. Di conseguenza, nel secondo caso, lo Stato si vede costretto a sottoporre costantemente una parte dei cittadini a trattamenti atroci. La vita è diventata grigia ma sembrerà più tollerabile se a un passo da noi scorgiamo la tenebra, il nero più assoluto. Qui, e non in campo economico, covano i pericoli delle grandi pianificazioni. La scelta delle fasce di popolazione da perseguitare è sempre arbitraria; ma comunque si tratterà di minoranze, di “diversi”, vuoi per natura vuoi per artificio. Va da sé che chiunque si distingua per doti ereditarie da un lato e per talento dall’altro non si sottrae a questo rischio.
Ernst Jünger

L’insegnante può tramettere la conoscenza dei fenomeni, non già la realtà che sta dietro di essi. Tale realtà è incomunicabile, a meno che l’allievo non vi partecipi direttamente. In caso diverso, egli sarà bensì capace di apprendere e riprodurre la tecnica, ma non la sua libera creatività, il suo ethos. Per questo, quando vuol raggiungere o superare il maestro, su di lui incombe minacciosa la sorte di Icaro che si impadronì delle ali di Dedalo. La luce mortale lo brucerà.

Anche quando le creazioni appaiono rigorosamente razionali, sono cristallizzazioni di uno stato creativo nel senso più profondo. Dedalo inventò le ali non perché fosse pensatore ma perché era un artista. La tecnica fa parte di quei grandi sogni che come sorgenti sgorgano dalle profondità e poi vi si immergono.
Ernst Jünger

Ecco perché i tiranni hanno paura. Possono ridurre all’ubbidienza milioni di uomini, ma non quell’uno che in sé ha ridotto in schiavitù la morte. Egli ristabilisce la dignità dell’uomo. Così muta il significato degli altari sacrificali lordi di sangue: l’onta e la profonazione sono servite soltanto ad accrescere lo splendore della verità. Ecco l’incubo dei tiranni: che la loro vittima s’innalzi a una libertà ad essi inaccessibile, e che si dilegui, mentre essi delirando sognano di annientarla, in spazi nei quali tortura e supplizio non hanno più alcun potere . E l’incubo dei carnefici è questo: che la loro vittima riviva. Che ciò non sia mai: a questo mirano gli sforzi della scienza.
Ernst Jünger

Chiamiamo invece Ribelle chi nel corso degli eventi si è ritrovato isolato, senza patria, per vedersi infine consegnato all’annientamento. Ma questo potrebbe essere il destino di molti, forse di tutti – perciò dobbiamo aggiungere qualcosa alla definizione: il Ribelle è deciso ad opporre resistenza, il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata. Ribelle è dunque colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo.
Ernst Jünger

Pensieri e riflessioni

Articoli e Saggi

Aforismi per autore

Aforismi per argomento