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Alcune riflessioni di Ernst Jünger

Alcune riflessioni di Ernst Jünger

Alcune riflessioni di Ernst Jünger
Alcune riflessioni di Ernst Jünger

Alcune riflessioni di Ernst Jünger, pensieri e aforismi del filosofo su politica, stato, tirannia, ribelli, ribellione, potere, stupidità, anarchia, educazione.

Questi Stati armati fino ai denti, che si vantano di possedere il monopolio del potere, e al tempo stesso appaiono tanto vulnerabili, offrono davvero uno strano spettacolo. La cura e l’attenzione che devono dedicare alle forze di polizia minano la loro politica estera. La polizia erode il bilancio dell’esercito, e non quello soltanto. Se le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello Stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono a un pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti.
Ernst Jünger

Chiamiamo invece Ribelle chi nel corso degli eventi si è ritrovato isolato, senza patria, per vedersi infine consegnato all’annientamento. Ma questo potrebbe essere il destino di molti, forse di tutti – perciò dobbiamo aggiungere qualcosa alla definizione: il Ribelle è deciso ad opporre resistenza, il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata. Ribelle è dunque colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo.
Ernst Jünger

Il ribelle non è un soldato. Non conosce le forme della vita militare né la sua disciplina. La sua vita è contemporanemante più libera e più dura della vita militare. I ribelli vengono reclutati tra quanti sono decisi a lottare per la libertà anche in condizioni disperate. Nel caso ideale la libertà personale di ciascuno di loro coincide con quella del paese. E’ questo il grande vantaggio dei popoli liberi: e nel caso la guerra si prolunghi, è un vantaggio che acquista un peso sempre maggiore.
Ernst Jünger

Il motto del Ribelle è: “Hic et nunc ” – essendo il Ribelle uomo d’azione, azione libera ed indipendente. Abbiamo constatato che questa tipologia può comprendere solo una frazione delle masse, e tuttavia è qui che si forma la piccola èlite capace di resistere all’automatismo e di far fallire l’esercizio della forza bruta. È l’antica libertà in veste moderna: la libertà sostanziale, elementare, che si ridesta nei popoli sani ogniqualvolta la tirannide dei partiti o dei conquistatori stranieri opprime il paese. Non è una libertà che si limita a protestare o emigrare: è una libertà decisa alla lotta.
Ernst Jünger

Di volta in volta possono cambiare gli argomenti, ma la stupidità terrà il suo tribunale in eterno. Veniamo condannati, prima per aver oltraggiato gli dèi, poi per non esserci piegati a un dogma, e poi ancora per aver rinnegato una teoria. Non esistono parola o pensiero, nel cui nome non sia già stato versato del sanue. Socratica è la consapevolezza della nullità di ogni giudizio in un senso più elevato di quanto possano stabilirlo il pro e il contro degli uomini. Il vero giudizio è pronunciato sin dall’inizio: esso mira a esaltare la vittima.
Ernst Jünger

Ernst-Jünger-Writer
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Tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti.
Ernst Jünger

Sulla strada di Mory avevo già sentito la mano della morte, ma questa volta essa stringeva più forte e più decisa. Mentre crollavo pesantemente sul fondo della trincea, ebbi la certezza di essere definitivamente perduto. Eppure, cosa strana, quel momento è stato uno dei rarissimi nei quali possa dire di essere stato davvero felice. Compresi in quell’attimo, come alla luce di un lampo, tutta la mia vita nella sua più intima essenza (…) Sentii, piano piano, i colpi indebolirsi, come se stessi affondando sotto la superficie di un’acqua scrosciante. Dove ora mi trovavo, non v’erano più guerra, né nemici.
Ernst Jünger

Non abbiamo mai visto il nostro volto in specchi più eterni. Ma anche noi parliamo una lingua il cui significato è incomprensibile per noi stessi, una lingua in cui ogni sillaba è sia transitoria che immortale. I simboli sono segni, che tuttavia ci danno consapevolezza dei nostri valori. Sono prima di tutto proiezioni di forme da una dimensione nascosta, poi anche riflettori attraverso i quali lanciamo i nostri segnali nell’ignoto in una lingua gradita agli dei. E queste conversazioni misteriose, questa catena di sforzi miracolosi da cui esiste il nucleo della nostra storia, che è una storia di battaglie di uomini e dei, sono le uniche cose che rendono l’apprendimento degno di nota per l’umanità”.
Ernst Jünger

L’opera deve raggiungere una fase nella quale essa diventa superflua, in quanto traspare l’eternità. Più si avvicina all’apice del bello e del vero, più entra nella sfera di invisibili altezze, e sempre meno doloroso diventa il pensiero della sua fine, come opera d’arte, come simbolo fugace. Lo stesso vale anche per la vita in genere. Dobbiamo raggiungere un punto nel quale essa possa passare facilmente, osmoticamente, nel quale essa “meriti” la morte.
Ernst Jünger

Ci sono sempre alcuni pochi, troppo nobili per la vita. cercano il bianco, la solitudine. La nobiltà di questi esseri, che si puliscono con la luce dal sudiciume, risalta spesso in maniera bellissima sulla loro maschera mortuaria. Ciò che io amo nell’uomo è la sua essenza al di là della morte, e la comunanza con lei. L’amore qui non è altro che un opaco riflesso.
Ernst Jünger

Ho capito che un singolo essere umano, compreso nel profondo, che dona generosamente dai tesori del suo cuore, ci dona più ricchezze di quante Cesare o Alessandro avrebbero mai potuto conquistare. Ecco il nostro regno, la migliore delle monarchie, la migliore repubblica. Ecco il nostro giardino, la nostra felicità.
Ernst Jünger

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