Aneddoti e aforismi. Gli aneddoti servono come materiale per la storia delle buone maniere. Quindi la storia dei costumi è diventata l’oggetto principale delle ricerche dei filosofi. Come rappresentare questa caratteristica importante della storia? L’artista non deve qui disegnare a fantasia, una linea bella o fantastica. Deve considerare il suo oggetto con minuziosa attenzione, e deve riflettere a lungo su mille piccoli tratti, che devono dare la somiglianza fedele.
Isaac D’Israeli
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Nell’estate del 2013, Carl William Brown parlando con il suo maestro spirituale, l’immortale erede del becchino, a proposito dei gravi disordini che stavano distruggendo l’Egitto, dal vecchio predatore di tombe si sentì rispondere in questo modo: “Ma cosa vuoi pretendere da questo stato pietoso, un paese che per seppellire i suoi massimi coglioni impiegava migliaia di schiavi per costruire delle fottutissime e stupide piramidi”. Già, ancora una volta il grande saggio mi aveva illuminato e lasciato senza parole, pronto per una nuova e rilassante meditazione.
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Un giorno Carl William Brown chiese al suo più saggio e spietato consigliere: “Come mai dici sempre di essere più illuminato di mille Buddha?” – Al che il fulmineo e lapidario erede del becchino rispose: “Per capire le mie parole, giovane Brown, non devi far altro che maturare la consapevolezza che persino un Buddha non capisce un cazzo! Il loro numero quindi, alla fine non conta poi così tanto! E’ solo apparenza!”
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Il grande scacchista russo Aleksandr Alechin (1892-1946) aveva un carattere estremamente violento: tutte le volte che perdeva una partita, si chiudeva nella propria camera e sfasciava tutto quanto gli capitava a tiro, compresi i mobili.
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La più bella risposta che si possa dare a un razzista è di Alexandre Dumas, che a metà Ottocento rispose così a un imbecille che lo aveva disprezzato per le sue origini africane. «Sì, mio padre era un mulatto, mio nonno un negro e il mio bisnonno una scimmia. Come vede, signore, la mia famiglia comincia dove la sua finisce».
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C’è un curioso aneddoto su Maurice Utrillo, che non fece mai uso di modelle tranne in un caso, quando ebbe modo di ritrarre la famosa modella di tanti artisti Kiki di Montparnasse, il cui vero nome era Alice Prin, regina della Parigi mondana degli anni Venti. Kiki restò in posa per tre ore, e quando infine andò a vedere il quadro, si rese conto che Utrillo aveva dipinto una casetta in campagna.
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Aneddoto su Socrate. Spesso nell’indagine il suo conversare assumeva un tono piuttosto veemente: allora i suoi interlocutori lo colpivano con pugni o gli strappavano i capelli; nella maggior parte dei casi era disprezzato e deriso, ma tutto sopportava con animo rassegnato. A tal punto che una volta sopportando con la consueta calma i calci che aveva ricevuti da un tale, a chi si meravigliava del suo atteggiamento rassegnato, rispose: “Se mi avesse preso a calci un asino, l’avrei forse condotto in giudizio?”.
Diogene Laerzio
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Aneddoto su Socrate. Riferendosi all’irascibilità della moglie Santippe, diceva che con una donna di carattere aspro bisogna comportarsi come i cavalieri con i cavalli focosi: “Come quelli dopo aver domato i cavalli furiosi la spuntano facilmente sugli altri, così anch’io abituato a convivere con Santippe mi troverò a mio agio con tutti gli altri uomini”.
Diogene Laerzio
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Un giorno la coppia Churchill passeggiava a Londra. Le persone salutavano e scambiavano due parole con il Primo Ministro. Uno spazzino, invece, salutò soprattutto la signora Churchill e i due rimasero da parte per un po’ in una conversazione familiare. Poi Churchill chiese a sua moglie cosa aveva da parlare con uno spazzino per così tanto tempo. “Ah… era innamorato di me tanto tempo fa” gli rispose. Churchill ridestato le disse: “Vedi, se lo avessi sposato, oggi saresti la moglie di uno spazzino”. La signora Churchill guardò suo marito stupita e disse le parole leggendarie: “Ma no, tesoro, se l’avessi sposato, oggi sarebbe il primo ministro”.
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Sembra che la moglie di Socrate, Santippe, fosse una donna a dir poco insopportabile: gridava sempre, era bisbetica e un giorno più di altri si adirò con Socrate che, impassibile, rilassato e tranquillo, continuava a sbrigare le sue faccende. Allora la donna, vedendo che non riusciva a smuoverlo nemmeno con le grida, prese un vaso pieno d’acqua, si scagliò contro il quieto marito e glielo versò addosso, pensando in questo modo di poter suscitare le sue ire. Egli, invece, per tutta risposta commentò: «Beh… è ovvio, dopo i tuoni, vien la pioggia!»
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Aneddoto su Socrate. Osservando la grande quantità di merce esposta alla vendita diceva fra sé: “Di quante cose non sento il bisogno!”.
Diogene Laerzio
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Mentre viaggiava in carrozza, re Luigi XIII di Francia era solito giocare a scacchi: a tal scopo usava un cuscino su cui era ricamata una scacchiera, nel quale infilzava i pezzi muniti di spilloni.
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Alexandre Dumas (padre) e Honoré de Balzac non erano in buoni rapporti. Un giorno si incontrarono per combinazione in casa di amici. Balzac, rivolgendosi a Dumas, disse ad alta voce: “Quando sarò rimbecillito scriverò anch’io per il teatro”. “Allora comincia subito”, rispose Dumas.
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Verso la fine del secondo millennio ci fu un tale che venuto a sapere che all’ingresso del parlamento europeo si distribuivano dei preservativi esclamò: “Per fortuna, con tutti i figli di puttana che ci sono in giro, era ora che il nostro sistema politico prendesse delle precauzioni!” Come al solito, prevenire è meglio che curare!
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Nel febbraio 2009 il campione di scacchi bulgaro Kiril Georgiev ha infranto un record sfidando simultaneamente 360 avversari, nel corso di una maratona durata 14 ore. Bilancio finale: 284 partite vinte, 70 pareggi e 6 sole sconfitte. La Settimana Enigmistica
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Poche riviste nel mondo hanno raggiunto i 100 anni di vita. Una di queste e’ “L’Italia Scacchistica” che dal 1911 pubblica articoli sul mondo degli scacchi e commenti alle partite curati da grandi maestri. La Settimana Enigmistica
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Alcuni paesi, come l’Armenia e la Moldova, hanno legiferato l’insegnamento degli scacchi nelle scuole… Fabio Fais
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Un giorno Ronald Reagan affermò: “La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo. Certe volte invece trovo che assomiglia molto di più alla prima”.
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Un aneddoto recente su Carl William Brown. Il nostro giovane picaro aveva appena sentito il suo caro e vecchio maestro d’armi, il temibile e nefasto Erede del Becchino che si lamentava in maniera a dir poco infernale, perché a suo dire ci toccava proprio di vivere in un paese di merda dove lo stato non aveva la benché minima capacità, né competenza per addestrare dignitosamente i propri umili, ma indispensabili servitori; a questo proposito, a supporto delle sue fondate ed inoppugnabili teorie, citava l’ultimo episodio di quel vigile urbano di Cardano al Campo che, sospeso dal servizio per una truffa, si era recato per regolare i conti con il sindaco del proprio paese; orbene, si imbestialiva l’erede, armato di tutto punto con ben due pistole, un fucile a pompa, una carabina di precisione, un coltello e quasi un migliaio di pallottole, ebbene continuava il nostro faro perenne, leggermente al limite della sua più ordinaria pacatezza, questo minchione non è stato nemmeno capace di far fuori né il sindaco, né tanto meno il vicesindaco, e questo solo ed esclusivamente perché questo misero stato del cazzo non è in grado di dare una seppur minima formazione etica e marziale ai suoi luridi facchini, alla sua manovalanza più penosa, stupida e moralmente inquinata. Inutile dire che il nostro allievo non poté che concordare in religioso silenzio con l’ineffabile illuminato e lasciare che i demoni più addestrati riuscissero in breve tempo a riportare il grande guerriero sul suo sentiero di eterna, mite e distaccata meditazione.
Carl William Brown
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Un familiare mostrò a France un giornale che annunciava come tutte le sue opere fossero state messe all’indice. “Come!” esclamò lo scrittore, “Non c’erano ancora? Dovrò mandare un biglietto a Pio XI e ringraziarlo per la premura che ha avuto nel riparare ad una dimenticanza tanto ingiuriosa per ogni buon scrittore!”
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La gente non ha memoria” fu detto, un giorno, a Dumas Figlio. “Per fortuna!” rispose lo scrittore. “Se il mondo non dimenticasse, non gli resterebbe che finire, perché credo veramente che sarebbe già stato detto tutto.
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Dopo aver assistito ad un concerto diretto da Claudio Abbado, Castro ha chiesto incuriosito al maestro come mai si fosse rivolto “con maggiore insistenza verso i suonatori di sinistra piuttosto che a quelli di destra.”
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Il re Vittorio Emanuele II era noto per la generosità con cui attribuiva onorificenze: “Un mezzo toscano e una croce di Cavaliere” era solito ripetere “non si negano a nessuno!”
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Quando Wojtyla era arcivescovo di Cracovia, un giornalista osservò che per un porporato non era decoroso sciare. “Ma da noi è normale” replicò il futuro papa. “La metà dei cardinali polacchi scia!” Era vero: in Polonia ce n’erano solo due.
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Fermatosi in un’osteria, Giorgio II d’Inghilterra ordinò un uovo. Quando il padrone gli presentò un conto astronomico, chiese:” Sono così rare le uova, qui?”. “No, sire” rispose l’oste, “sono rari i re!”
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A 15 anni sono andato da un grande giocatore. Mi ha fatto vedere la sua biblioteca di scacchi, tremila libri, dicendomi: “Intanto ne devi leggere la meta’; poi devi giocare tutti i giorni con giocatori piu’ bravi di te”. A quel punto ho rinunciato.
Giuseppe Pontiggia
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Jaspal Singh Kalsi di Amritsar in India ha realizzato una piccolissima scacchiera fornita di tutti i pezzi in scala perfettamente rifiniti: ogni lato misura 6 mm.
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La georgiana Maya Chiburdanidze diventò campionessa del mondo di scacchi nel 1978, all’età di soli 17 anni. La Settimana Enigmistica
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In una partita di scacchi svoltasi a Budapest, i giudici hanno avvertito qualcosa di anormale e, avvicinatisi ai giocatori Janos Thaler e Miklòs Horvath, li hanno trovati profondamente addormentati. La Settimana Enigmistica
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“Ho letto molti testi di filosofia negli ultimi tempi” ha affermato una volta Vasco Rossi “perché cercavo delle risposte. Poi, però, ho capito che ci sono solo delle domande”.
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“Non bisogna confondere lo statista con il politico” affermò il presidente francese Pompidou. “Il primo è un politico che si pone al servizio del suo Paese. L’altro è uno statista che pone il Paese al suo servizio”.
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Durante uno spettacolo, Corrado chiamò alla ribalta un giovane robusto, con una giacca a righe bianche e verdi che lo faceva somigliare a un cocomero. Dal pubblico si levò subito una voce “Corrado, fagli il tassello!”
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In una libreria un tale incontra Feydeau e gli mostra il volume appena acquistato “Come diventare ricchi”. “Ti consiglio” gli disse il celebre commediografo “di comprare anche il codice penale”
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Parlando del gran numero di querele ricevute dalle persone bersagliate dalla sua pungente satira, Beppe Grillo ha affermato: “Ormai i Carabinieri non suonano nemmeno più alla porta: mi buttano in giardino gli atti giudiziari come se fossero copie di quotidiani”.
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Akio Morita, il fondatore della Sony, era solito riassumere con una frase l’impegno con cui aveva tenuto alta la competitività della sua azienda: “Dobbiamo cercare di rendere obsoleti i nostri prodotti prima che siano gli altri a farlo”.
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Questo è un aneddoto attribuito al celebre Rotschild. Un tale entrò al ristorante Ritz Carlton di Parigi con la sua compagna e chiese una bottiglia di Mouton del 1928. Il cameriere ritornò poco dopo con una caraffa di decantazione colma di vino e ne servì un po’ nel bicchiere del tale affinché lo assaggiasse. Questi prese il bicchiere, annusò con attenzione, assaggiò, posò il bicchiere sul tavolo e commentò disgustato: “Questo non è Mouton 1928”. Il cameriere assicurò di si e ne nacque una discussione; in breve 20 persone erano attorno al cliente, incluso lo chef, il sommellier e il direttore dell’hotel, tutti cercando inutilmente di convincerlo che quello era il vino che aveva chiesto. Finalmente, uno di loro si inventò di chiedere al cliente come facesse ad essere così certo che quel vino non era Mouton del 1928. Il tale allora disse con tono chiaro e fermo: “Il mio nome è Phillipe de Rotschild e io ho prodotto questo vino”. Costernazione generale. Allora il cameriere confessò finalmente che quella in realtà era una caraffa di decantazione di Clerk Milon del 1928, poiché non poteva sopportare l’idea di consumare l’ultima bottiglia di Mouton 1928. “Mi scusi – insistette il cameriere – se non erro, lei è anche proprietario dei vigneti Clerk Milon, che sono nella stessa zona di Mouton, fate la vendemmia alla stessa altezza, lo stesso periodo, trattate la stessa uva, mettete il mosto negli stessi barrique, imbottigliate il vino nello stesso periodo e usate le uova delle stesse galline per la raffinazione… I vini sono uguali… appena una piccolissima differenza geografica…”. Allora Rotschild si avvicinò al cameriere e gli sussurrò: “Quando lei questa sera tornerà a casa, dica alla sua donna di spogliarsi, poi le metta un dito davanti e uno dietro e vedrà la differenza di aroma e sapore che può esistere per questa piccolissima differenza geografica”.
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Wishy Anand, campione indiano di scacchi, e’ noto per la sua rapidita’ di gioco. Quando gli chiesero come mai utilizzasse cosi’ poco tempo nel gioco rispose: “Mi annoio a pensare a lungo”.
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Ludovico VI, Re di Francia, in una battaglia contro gli Inglesi, accerchiato dai nemici e sul punto di essere preso, si salvo’ gridando: “Non sapete che perfino a scacchi il Re non puo’ essere catturato?”
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Molé, un attore prediletto, si ammala ed è confinato nella sua camera; quando questo viene annunciato dal palco, l’allegria di Parigi si fa improvvisamente cupa. Il giorno dopo la sua porta è assediata da gente curiosa; la sua salute è la conversazione di tutte le aziende. Pareva che Scipione giacesse rinchiuso, ed i virtuosi Romani passassero le loro ore in malinconica ansia, per la vita del loro protettore. I medici trovano Molé esausto e prescrivono un uso gratuito del vino. Questa ricetta è presto nota nei circoli di Parigi; e Molé trova duemila bottiglie della migliore Borgogna inviate a casa sua da varie parti. Molé finalmente si riprende; tutta Parigi si rallegra e si precipita a suo vantaggio. Tale fu l’ardore pubblico, che gli produsse la stupefacente somma di 24.000 lire. Molé riceve con gratitudine il prezioso tributo dei loro applausi; era indebitato, e il beneficio formò tutta la sua fortuna. Allora come applica Molé le sue 24.000 lire? Un inglese avrebbe acquistato una rendita, o forse avrebbe pagato i suoi debiti. Molé corre dal gioielliere, ne prende l’importo in brillanti e li dà alla sua amante, che si vanta di indossare tutti gli onori del pubblico.
Isaac D’Israeli
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