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Aneddoti medici famosi

Aneddoti medici famosi

Aneddoti medici famosi
Aneddoti medici famosi

Aneddoti medici famosi, aneddoti famosi di personaggi celebri sui dottori, la medicina, le malattie, le cure e la guarigione, da leggere con gli aforismi sulla salute, la malattia, i medici e la morte.

Era successo subito dopo l’incidente: Giulia al pronto soccorso, un femore sicuramente rotto, un dottorino che arriva, dopo essersi fatto aspettare a lungo, e dice con ostentata malagrazia che in ospedale non c’è posto, che devono andarsi a cercare cure e ricovero altrove. E poiché Caffè, in maniera tuttavia ancora morbida, prova a far valere le ragioni dell’inferma e l’urgenza del caso, lui, il medico, commette l’imperdonabile errore di dire ciò che una persona di buon senso non dovrebbe dire mai: «Lei non sa chi sono io, come si permette di discutere le mie decisioni?» Allora Caffè viene preso da una delle sue collere terrificanti e lì, davanti a tutti, gli dice con un tono sul principio neutro e contenuto ma che rapidamente s’impenna fino a trasformarsi in urlo: «D’accordo, io non so lei chi sia, ma lei sa chi sono io? Non lo sa. Però a questo punto vorrebbe saperlo. Ma io non glielo dico. Tuttavia posso darle un suggerimento: se proprio vuol sapere chi sono io vada a leggerselo sulle enciclopedie. Ha capito? Sulle enciclopedie: ammesso che sappia leggere…»
Ermanno Rea – L’ultima lezione

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Confucio diceva: “Dio mio, dammi questo solo nella vita e mi sarà suficiente: una casa piena di libri e un giardino pieno di fiori!”.
Fumagalli, Aneddoti biobliografici

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Un discepolo domandò a Confucio: “Maestro, che cosa è la morte? Figlio mio, rispose il saggio, come vuoi che ti dica cos’è la morte se non so ancora che cos’è la vita?”.
France, La vie littéraire

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Un alunno della scuola di Hawarden aveva mostrato il desiderio di vedere Gladstone; ma il ministro era malato e i medici gli avevano proibito le visite. Il ragazzo divenne triste e da quel giorno non studiò più. Tutti parlavano della cosa. Gladstone, informato, chiese di incontrare il ragazzo che, al colmo della felicità, entrò nella camera dell’infermo, si avvicinò al letto, guardò fisso per qualche istante il vecchio ministro e poi disse: “E ora che ho avuto la gran felicità di vedervi, potete anche morire!”.
La Tribuna, Maggio 1898

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Il ducato di Milano era, a quei tempi, percorso in tutti i sensi da soldati francesi: le truppe fresche che venivano dalla Francia e quelle stanche che tornavano in patria passavano tutte di lì. Molti però erano anche i soldati morti, che transitavano per Milano nelle bare; e secondo l’uso del tempo, per conservare i cadaveri, si aggiungeva nella bara del sale. Ludovico disse un giorno all’ambasciatore: “Sono venuti freschi e tornano in Francia salati!”.
Nulli, La vita di Ludovico il Moro

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Si racconta che Rabelais poco prima di morire volesse un “domino” e poiché i presenti si meravigliavano, disse: “Ma sì! Non è scritto nella Bibbia: Beati qui in domino moriuntur?”.
Panckoucke

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Woody Allen è angosciato dalla morte, un’ossessione che lo perseguita continuamente. “Non che io abbia paura di morire, ha precisato, soltanto, non voglio trovarmi lì quando accade.”
Newsweek Giugno 1975

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Jorge Luis Borges, il famoso scrittore e poeta argentino, quasi ottantenne parlava dell’approssimarsi della morte con una pacata ironia: “La sola cosa che mi preoccupa è l’immortalità dell’anima. Se uno proprio deve morire, è molto meglio che lo faccia completamente.”
Baini, Borges, la vita come enigma.

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Medico uccide 300 pazienti. “È la peggiore serial killer della storia”. Marzo 2013. È accusata di aver ucciso in ospedale 300 pazienti. Un medico brasiliano sostenendo di “parlare con Dio” li ammazzava per liberare i letti per altri pazienti. Virginia Soares de Souza, già accusata per sette casi di omicidio, è ora sotto indagine per altre 300 morti sospette. Se confermato si tratterebbe del peggior serial killer della storia. Supererebbe infatti Harold Shipman, il medico britannico condannato nel 2004 per aver ucciso 15 pazienti a Manchester e poi collegato altri 260 casi. Per compiere i suoi omicidi toglieva l’ossigeno ai degenti tenuti in vita con sistemi di supporto oppure somministrava dosi letali di farmaci miorilassanti (Pavulon) all’ospedale “Evangelica” di Curitiba, in Brasile.

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Mia madre che soffre di una patologia simil parkinsoniana e di demenza senile all’ultimo controllo dal neurologo si è vista prescrivere del Trittico, uno psicofarmaco che ha tra i vari effetti collaterali un certo priapismo, per cui è certamente indicato per i maschi del reparto o per i mariti delle femmine dello stesso, ma non per mia mamma, per cui non glielo darò; morale della favola, si aspetta più di 6 mesi per una visita, poi ti rechi in ospedale, ti fanno aspettare più di un’ora e per fortuna che mi sono lamentato, perché nella lista di attesa elaborata da chi stando a contatto con gli zoppi necessariamente impara a zoppicare risultava già depennata senza essere stata neanche minimamente guardata, e poi dopo un rapido pseudo controllo della malora ti consigliano un trittico, ma dico io, non siamo mica al ristorante e poi mia madre è già un po’ in sovrappeso, di tutto può aver bisogno fuorché di certi medicinali inutili e di medici ancora più inefficaci, per cui tanto vale che la prossima volta non la porti nemmeno più a questi fantomatici e ridicoli controlli, e per fortuna che siamo in uno dei migliori ospedali d’Italia, figuriamoci quello che avviene nei peggiori.
Carl William Brown

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Gli amici di Cesare lo avvertirono che si stava tramando qualche cosa contro di lui e che perciò doveva stare bene attento a non esporsi ai pericoli. Ma Cesare rispose: “Meglio morire una volta, che temere la morte tutta la vita!”.
Plutarco

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Si parlava di malati immaginari e Mark Twain raccontò questa storia: “Un malato aveva chiamato un medico mio amico, il quale accorse al capezzale del cliente e, appena l’ebbe visto, si accorse che era un malato immaginario. Amico mio, gli disse, voi credete di esser malato, e non è vero. Dovete far di tutto per persuadervi che non siete malato. Ci siamo capiti?. La sera la moglie arrivò trafelata alla casa del medico. Che c’è di nuovo? Vostro marito crede dunque ancora d’esser malato? E la moglie: Oh, no! Adesso la cosa è più grave ancora: crede d’esser morto”.
Histoires américanes

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Dei giornalisti un giorno chiesero a William Somerset Maugham il segreto della sua lunga vita, al che lo scrittore rispose: Occorre fare ogni giorno due cose che non ci piacciono. E’ un precetto che io seguo sempre scrupolosamente. Ogni giorno infatti mi alzo e vado a letto.
Prochnow, A Treasury of Humorous Quotations

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Sembra un pomeriggio qualunque.. uno dei tanti pomeriggi qualunque, in cui il lavoro ti coinvolge a ritmi a tratti incalzanti, a tratti riesci a scambiare qualche sorriso per poi catapultarti nell’altra stanza per un’urgenza.. e tutto va bene.. quindi nel da fare costante prosegui tranquilla, e le ore passano; consegne e saluti in un cambio altrettanto veloce data un’ulteriore urgenza e mi avvio verso il reparto.. dai che si va a casa..da dietro sento passi veloci e un respiro pesante.. quasi un affanno.. quante volte vedo i famigliari correre facendosi strada per i corridoi “che apprensione” penso sempre.. I passi son sempre più vicini, veloce un collega chirurgo mi supera e chiede scusa per avermi sfiorata, tanta la fretta che nemmeno mi riconosce.. ma quell’affanno e il rumore di quei passi lo conosciamo eccome, dentro e fuori l’ospedale.. e quei pochi metri che ti separano dall’istante in cui, varcata la soglia della sala operatoria, rallenti il tuo respiro, arresti ogni pensiero perché sai che solo quella persona (se non due..) diventa la tua priorità.. ecco quei pochi metri rendono quell’affanno un macigno.. e passa il tempo, rivivi le stesse situazioni, ma questo “correre” non passa mai !!! Purtroppo …
Francesca Volontè

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Arthur Rubinstein quando compì novantun anni disse a un ammiratore: “Vuol sapere il segreto della mia longevità? Bere un bicchiere di whisky ogni mattina, fumare un lungo sigaro al giorno e dare sempre la caccia alle belle ragazze.

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Malato della malattia mortale che lo portò alla tomba Heine disse: “La mia situazione presenta qualche vantaggio. Per esempio, chi mi vuole parlare è sicuro di trovarmi sempre in casa.
Gautier, Portraits littéraires

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La malattia di Heine era così lunga e penosa che a poco a poco i conoscenti avevano abbandonato il poeta al suo destino. Una volta andò a trovarlo il musicista Berlioz. Oh, esclamò il poeta, siete venuto a trovarmi? Sempre originale voi!
Gautier, Portraits littéraires

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Un amico andò a trovare Heine malato. Il poeta gli disse: “Sai, ho fatto testamento. Ho lasciato tutto a mia moglie, a condizione che si risposi subito dopo la mia morte. Così ci sarà una persona che mi rimpiangerà tutti i giorni.
Treich, Almanach des lettres

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Dopo un paio di sedute da uno psichiatra-psicoterapeuta mi è stato diagnosticato un possibile disturbo narcisistico della personalità, la qual cosa mi ha fatto supporre che la forma mentis del conformista di turno poteva probabilmente rispecchiarsi in quel genere di teste di legno così diffuse nel nostro paese, caratterizzata inoltre da un carattere anale ritentivo, per cui vi lascio un po’ immaginare quali siano stati i miei pensieri di commiato. Sarà meglio che mi rechi da un neurologo!
Carl William Brown

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Un giorno, il generale francese Patrice Mac-Mahon visitando un ospedale, si fermò al letto di un soldato malato e, avendo saputo che aveva la febbre tifoide tropicale, esclamò: “Brutta faccenda! O si muore o si resta cretini. Io lo so, l’ho avuta quand’ero ad Algeri.
Bülow, Memorie

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John Churcill, duca di Marlborough, doveva prendere una medicina ed esitava, poco persuaso che gli facesse bene. Che io possa essere impiccata, disse allora la duchessa sua moglie, se non ti guarirà! Allora prendiamola pure, rispose lui calmo. In un modo o nell’altro ci guadagno sempre!
Guerard, Dictionnaire d’anecdotes

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Molière era a letto da parecchi giorni. Il servitore, senza dirgli nulla, chiamò il medico, e quando questi venne, lo annunciò al padrone. Il medico? esclamò Molière. Ditegli che sono malato e che non posso riceverlo.
Encyclopédiana

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Morto Molière, l’arcivescovo Harley voleva negargli la sepoltura in terreno consacrato. La vedova, dopo aver tentato invano di smuovere il prelato, ricorse al re, ikl quale risolse la controversia in questo modo: “A quale profondità, chiese Luigi XIV, giunge il terreno consacrato! A quattro metri, rispose l’arcivescovo. Ebbene, sia inumato a cinque, ordinò.”
Arnaud, Teatro e Artisti

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Morgagni era molto cauto nel prescrivere medicine. Gli chiesero perché. Perché se un rimedio non fa bene, allora fa molto male.
Minerva, febbraio 1932

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Chopin, appena arrivato con George Sand a Maiorca, vide aggravarsi le sue condizioni di salute. Si chiamarono uno dopo l’altro i tre medici più bravi del paese. Ebbene, qual è il risultato di tutte queste visite?, domandò un amico a Chopin. Questi, che non ignorava la gravità del suo male, rispose: “Mah! Uno dice che creperò; il secondo che sto crepando: il terzo che sono già crepato. E tuttavia io continuo a vivere come sempre!”
Pourtales, Chopin

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Nel 1912 Edison cadde malato, ma come sempre, non dette nessuna importanza al suo male. Dietro le insistenze dei familiari tuttavia acconsentì alla fine a chiamare un medico. Questi venne, auscultò l’illustre infermo, e dopo aver prescritto una pozione, se ne andò. Edison mandò subito a comprare la medicina; ma quando l’ebbe in mano, con meraviglia di tutti, aprì la finestra e la gettò via. Perché l’hai fatto?, gli chiesero i parenti. “Cari miei, rispose Edison, bisogna che i medici vivano, ed ecco perché io l’ho chiamato e ho pagato la sua visita; poi ho mandato a comprar la medicina, perché anche i farmacisti debbono vivere, poveretti. Ma bisogna che viva anch’io, ed ecco perché ho gettato la medicina dalla finestra.”
Manuel Général, 1935

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Federico il grande incontrando il suo medico gli disse: “Si può sapere quanta gente avete ammazzato in vita vostra? Maestà, rispose il medico, circa trecentomila uomini meno di quanti non ne abbiate ammazzati voi… ma con meno gloria.”
Valléè La Sarabande

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Hewett, medico del re d’Inghilterra, fu chiamato una notte d’urgenza al capezzale di un malato, che aveva semplicemente bevuto troppo. “Avete preparato il testamento?, domandò il dottore con aria grave. No? Ebbene, mandate subito a chiamare il vostro notaio di fiducia. E i vostri figli dove sono? A Manchester. fate telegrafare che vengano subito. Un domestico parte in gran fretta a chiamare il notaio e a spedire un telegramma ai figli del padrone. Costui, rimasto solo col medico, dice allora tremando: Dunque, dottore, non c’è speranza di salvarmi? Altro che! Non avete proprio niente. E allora perché avete mandato a chiamare i miei figli e il notaio? Per non essere il solo imbecille che avete scomodato stanotte con la vostra stupida indigestione!”

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Franz Kafka fu ricoverato in una clinica a Vienna, dove era trattato con poco riguardo. Franz Werfel, per aiutarlo scrise al medico responsabile del reparto raccomandandogli l’amico. Costui disse: Un certo Werfel mi scrive di fare qualcosa per un certo kafka. Chi sia Kafka lo so. E’ il paziente del numero 12. Ma Werfel chi è?
M. Brod, Kafka

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Il prode La Hire aveva ricevuto una palla di fucile in una coscia. Trasportato al posto di medicazione, i dottori passarono ore e ore a frugargli le carni piagate, e lo stesso accadde nei giorni successivi. Alla fine, La Hire predette la pazienza e domandò ai medici che cosa cercassero con tanta insistenza nella sua ferita. Cerchiamo la palla, risposero questi. Allora La Hire si arrabbiò: Perché non l’avete detto subito? La palla ce l’ho io in tasca.
Guerard, Dictionnaire d’anecdotes

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Quando la Delfina doveva partorire, il re fece chiamare l’ostetrico Levret, e gli disse: “Voi assisterete la Delfina nel parto: siete contento dell’onore che vi si fa e della reputazione che ne guadagnerete? Maestà, rispose semplicemente Levret, se la mia reputazione non fosse già fatta non sarei qui.
Vallée, La Sarabande

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Giuseppe Parini essendo malato, chiamò a consulto due medici. L’uno diceva: bisogna alzar di tono la fibre. L’altro: no, bisogna anzi che il tono diminuisca. E Parini: costoro a ogni modo mi vogliono far morire in musica.

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Un tale un giorno disse ad Antoine Petit: “Voi avete dell’anatomia una conoscenza così profonda che dovreste saper guarire tutte le malattie. Ohimè, rispose Petit, noi siamo come i vetturini di Parigi, che conoscono a menadito tutte le strade e i vicoli della città, ma non sanno niente di quanto succede dentro le case.
Encyclopédie Méthodique

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Dialogo tra Philippe Ricord, il celebre medico, e un cliente: “Dottore, ditemi la verità, senza reticenze… Guarirete, caro il mio signore, è certo, perché le statistiche dicono che nel vostro caso si salva l’uno per cento.

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Jonathan Swift si era ammalato gravemente, ma il medico riuscì a salvarlo. Dottore, gli disse Swift, ormai convalescente, non dimenticherò mai che vi devo la vita. Va bene, rispose il medico ridendo, ma rammentate che mi dovete venti visite. Non temete, dottore, ribattè pronto Swift. Appena copmincerò a uscire di casa ve le renderò tutte, una a una!
Padovan, Il Libro del buonumore

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Agli esami il celebre medico e uomo politico tedesco Rudolf Virchow era molto severo e spiegava questa sua severità dicendo: “Bisogna che un medico, almeno una volta in vita sua, si trovi all’altezza della scienza.”
Die Zeit Settembre 1902

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Un medico, visitando Pausania, diceva: «Non hai alcun male». Al che quello: «Infatti,» rispose «non mi servo di te come medico».
Plutarco

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Un uomo avvezzo a scrivere scrive anche senza idee, come un vecchio medico, il quale, morendo, tastava il polso alla poltrona.
Antoine Rivarol

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Un medico di campagna, recandosi a visitare un infermo del paese vicino, prese con sé il fucile per cacciar lungo la via e rendere meno monotono il percorso. Si imbatté in un contadino che gli chiese dove andasse. «A visitare un ammalato.» «E il fucile? Avete paura di sbagliarlo?»
Nicolas de Chamfort

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Il medico Bouvard aveva sul viso una cicatrice a forma di C che lo deturpava parecchio. Diderot malignava che Bouvard si fosse ferito da sé, maneggiando senza esperienza la falce della morte.
Nicolas de Chamfort

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Odio tanto il dispotismo, diceva il signor… che non posso sopportare la frase: «ricetta ordinata dal medico».
Nicolas de Chamfort

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Dicevano a Delon, medico mesmerita: «Il signor di B… è morto nonostante le vostre assicurazioni di guarirlo». «Siete stato assente e non avete seguito la cura.» Rispose costui: «Vi posso garantire che è morto guarito».
Nicolas de Chamfort

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Fu domandato a uno spartano che cosa l’avesse fatto vivere sano tanto a lungo: «L’ignoranza della medicina» rispose. E l’imperatore Adriano non cessava di gridare, morendo, che la folla dei medici lo aveva ucciso.
Michel de Montaigne

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Quando lo stoico Antistene era molto malato e gridava: “Chi mi libererà da questi mali?”, Diogene, che era andato a trovarlo, presentandogli un coltello gli disse: “Questo qui, subito, se vuoi”. “Non dico dalla vita” replicò quello “dico dai mali.”
Michel de Montaigne

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Un cattivo lottatore si fece medico: “Bravo” gli disse Diogene “hai perfettamente ragione; ora potrai mettere a terra quelli che ti ci hanno messo un tempo”.
Michel de Montaigne

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Esopo […] narra che un malato, domandandogli il suo medico quali effetti risentisse dai medicamenti che gli aveva dato, «Ho sudato molto» rispose. «Questo é bene» disse il medico. Un’altra volta, gli domandò ancora come si era sentito in seguito: “Ho avuto un gran freddo” fece quello “e ho tremato molto”. “Questo è bene” replicò il medico. La terza volta gli domandò di nuovo come si sentisse: “Mi sento” disse quello “gonfiare ed enfiare come per idropisia”. “Ora va bene” aggiunse il medico. Venendo poi uno dei suoi familiari a informarsi da lui del suo stato: “Ecco, amico mio” rispose “a forza di star bene, muoio”.
Michel de Montaigne

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Si racconta che un medico curava un pescatore il quale aveva contratto un’infezione ad un piede e non riusciva a liberarsene. Passava il tempo, ma, nonostante l’impegno continuo e premuroso del medico, quel piede continuava ad essere gonfio e dolente. Un giorno il pescatore si recò per le consuete cure in casa del medico, ma questi era assente e lo sostituiva il figlio, che da poco si era laureato pure in medicina. Il giovane medico guardò attentamente il piede del paziente e si accorse che la causa di tutto il suo male era una grossa spina di pesce da anni conficcata nella carne. Allora prese le pinze e in un attimo la estrasse, poi disinfettò la piaga e in breve tempo il pescatore guarì. Al ritorno del padre il figlio gli comunicò con orgoglio il suo successo, ma quello, invece di gioirne, lo rimproverò aspramente con queste parole: “Incosciente, come hai potuto? Io ti ho fatto laureare grazie a quella spina!”
Aneddoto Siciliano

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