Giornata della memoria (International holocaust remembrance day), un articolo con tante fotografie, dei testi significativi, un questionario per gli studenti ed un e-book scaricabile gratuito, per non dimenticare mai.
Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo.
Anna Frank
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Elie Wiesel
Omicidio a sangue freddo e cultura non si escludono a vicenda. Se l’Olocausto ci ha dimostrato qualcosa, è che una persona può amare la poesia e comunque uccidere i bambini.
Elie Wiesel
Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato.
Elie Wiesel
Una città assediata dove la gente si aggira come fantasmi, gli alunni non vanno a scuola e i professori non hanno nulla da insegnare. La gente non sa dove incontrarsi: la notte arriva troppo presto e l’alba troppo tardi.
Elie Wiesel
Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali.
Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un’altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione.
Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”.
Primo Levi
Volevano ad ogni costo uccidere l’ultimo ebreo sul pianeta. Oggi ci si potrebbe chiedere: perché la memoria, perché ricordare, perché infliggere un dolore tale? In fondo per i morti è tardi ma per i vivi no. Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere, prendere coscienza.
Elie Wiesel
Chi ascolta un superstite dell’Olocausto diventa a sua volta un testimone.
Elie Wiesel
Non sono stati Hitler o Himmler a deportarmi, picchiarmi, ad uccidere i miei familiari. Furono il lattaio, il vicino di casa, il calzolaio, il dottore, a cui fu data un’uniforme e credettero di essere la razza superiore.
Karel Stojka, sopravvissuto ad Auschwitz
Bisogna ricordare che questi fedeli, e fra questi anche i diligenti esecutori di ordini disumani, non erano aguzzini nati, non erano (salvo poche eccezioni) dei mostri: erano uomini qualunque. I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere veramente pericolosi: sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere, come Eichmann, come Hoess comandante di Auschwitz, come Stangl comandante di Treblinka, come i militari francesi di vent’anni dopo, massacratori in Algeria, come i militari americani di trent’anni dopo, massacratori in Vietnam.
Primo Levi
Il ventre è ancora gravido di mostri. Vedete questo immondo burattino? Era lì lì per conquistare il mondo. I popoli hanno vinto l’imbianchino e tutto il suo regime è andato a fondo. Ma ora non dormite sugli allori e non pensate solo ai fatti vostri. Il ventre da cui è venuto fuori costui, è ancora gravido di mostri.
Bertolt Brecht
Auschwitz è stato un dramma. È stato un dramma che il mondo si fosse voltato dall’altra parte. Quante situazioni analoghe ci sono oggi sul pianeta? Abbiamo forse smesso di girarci dell’altra parte? Ci diciamo di ricordare perché simili tragedie non accadano più. E mentre lo diciamo ignoriamo che stanno accadendo. E quando siamo chiamati a guardare che accadono – spesso cagionate dall’Occidente –, ancora ci voltiamo dall’altra parte. Dobbiamo ricordaci che Auschwitz è adesso e che commemorare concretamente le vittime significa prodigarsi – ora, subito – per salvare quante più persone possibile.
Parecchi anni fa, in occasione della Giornata della memoria, all’interno della sezione artistica del Daimon Club, pubblicavo una mostra online, con il supporto ed il materiale fotografico di David Cirese, un fotografo di Roma, professore all’Istituto Superiore di Fotografia della stessa città, e Webmaster di Netart. Questo e-book a distanza di alcuni anni ripercorre quell’evento.
Il tema di questa mostra è di sicuro interesse per tutti, oggi più che mai, a partire dal mondo dell’educazione per arrivare a quello della politica e dell’amministrazione, passando per la realtà dell’industria per approdare a quella dell’arte e della letteratura.
Avevo scelto questo argomento per realizzare la prima mostra online del club perché da sempre ho scritto contro il potere e l’autorità della stupidità e ricordandomi la passione con la quale la mia professoressa di italiano delle medie mi spiegò la resistenza e la drammaticità dell’olocausto, quando in rete ho visto le fotografie di David Cirese su Auschwitz, ho capito che avrei dovuto realizzare qualcosa e contribuire così al preservamento della memoria e alla divulgazione di una sacrosanta informazione storica.
Alle fotografie avevo poi aggiunto dei testi ed un questionario che ho trovato sempre in internet e che mostra come le scuole possono utilizzare l’argomento e quindi tutto questo materiale a fini didattici per approfondire il discorso, realizzare a loro volta presentazioni in loco o magari creare ipertesti o cd rom multimediali arricchendoli con delle ricerche e con del materiale inerente alla propria storia locale.
Il tutto perfettamente in linea con la nostra strategia educativa, illustrata nella Daimon Library, dove troverete anche altre iniziative, e con quel Progetto di Storia del Novecento istituito dal ministero della pubblica istruzione (Direttiva Ministeriale nov. ’97) e che ne prevede l’uso didattico per la promozione del senso storico attraverso la storia locale e la memoria della shoà. Sperando dunque, in qualità di docente, di aver fatto una cosa utile sia per il mondo dell’istruzione, sia per il mondo dell’arte, vi saluto calorosamente invitandovi a riflettere e ad approfondire o ampliare questa iniziativa, parlandone magari anche con i vostri amici e con i vostri colleghi.
Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia.
Primo Levi
Auschwitz è stato un dramma. È stato un dramma che il mondo si fosse voltato dall’altra parte. In pratica quello che in molte occasioni succede ancora oggi.
Carl William Brown
A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio.
Anna Frank
Ricordare è un dovere: essi non vogliono dimenticare, e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso, e che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia.
Primo Levi
La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare: è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi.
Mario Rigoni Stern
Meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti. Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi.
Primo Levi
Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, non aveva nulla né di demoniaco né e né di mostruoso.
Hannah Arendt
La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta.
Anna Frank
Omicidio a sangue freddo e cultura non si escludono a vicenda. Se l’Olocausto ci ha dimostrato qualcosa, è che una persona può amare la poesia e comunque uccidere i bambini.
Elie Wiesel
Ad Auschwitz non scegliemmo di attaccarci ai fili elettrificati per scegliere la morte, che sarebbe arrivata in un secondo. Noi scegliemmo la vita, parola importantissima che non va sprecata e non va mai dimenticata nemmeno un minuto. Non bisogna perdere neanche un minuto di questa straordinaria emozione che è la vita. Perché nel tic-tac, che è il tempo che scorre, il tic è già tac.
Liliana Segre
La via della sofferenza è la più sicura per giungere all’unione con Dio.
Edith Stein
Tutte le decisioni che impegnano delle vite umane sono prese da coloro che non rischiano niente.
Simone Weil
“…Perché il bene che cresce nel mondo dipende in parte da atti non epocali; e che le cose non siano così malefiche con me e con te come avrebbero potuto essere, è per metà dovuto a coloro che hanno fedelmente vissuto una vita nascosta e che riposano in tombe che non ricevono visita”.
Terrence Malick, “A hidden life”.
Giornata della memoria, con fotografie su Auschwitz di David Cirese e testi di Carl William Brown. (Pdf free)