Idee, parole, metafore e riflessioni
 
Introduzione alla Daimonologia

Introduzione alla Daimonologia

Introduzione alla Daimonologia
La Daimonologia non è che una metodologia

Introduzione alla Daimonologia. Un nuovo approccio culturale e metodologico al miglioramento e alla diffusione del pensiero creativo, comunicativo ed interpretativo in generale racchiuso in 100 aforismi capitali, sintetici e talvolta enigmatici.

Il carattere è il destino, ovvero la nostra vita è strettamente legata al nostro comportamento e viceversa.
Carl William Brown

Finché non rendete conscio l’inconscio, quest’ultimo dirigerà la vostra vita e lo chiamerete destino.
Carl Gustav Jung

Molto spesso non c’è nulla di più inconscio della nostra ignoranza, di cui inconsapevolmente non ne accettiamo l’esistenza, aprire la mente alla conoscenza e coltivare il proprio sapere è la strada maestra che dobbiamo imboccare e percorrere, non conta tanto dove ci condurrà, è il nostro cammino durante il percorso che è fondamentale.
Carl William Brown

L’anima sempre metaforizza.
Plotino

Platone nei dialoghi socratici sostiene che non esiste alcuna affermazione che tiene, praticamente tutto va messo in discussione; qui dunque vi sono le radici del relativismo, del pluralismo, della dialettica e dell’etica della conoscenza.
Carl William Brown

Adattando alcune caratteristiche della daimonologia empedoclea, Platone formulò una teoria più rigorosa della daimonificazione attraverso la virtù. Ha daimonizzato i soldati della sua repubblica ideale per il loro coraggio e ha daimonizzato i governanti (“guardiani”) per la loro saggezza. Nel suo Cratilo, Platone garantisce la daimonizzazione di tutte le persone nobili e sagge. Il Timeo di Platone introdusse infine il principio democratico ultimo della daimonificazione identificando il proprio daimon guardiano con la coscienza superiore dell’umanità (o nous).
Carl William Brown

Il concetto di Daimon è anche fortemente connesso con il significato dell’Eudaimonia di Aristotele, ovvero trovare la propria passione interiore e svilupparla bene senza alcun eccesso per vivere in modo virtuoso e felice.
Carl William Brown

Freud diceva che il patrimonio naturale e il fato (Daimon kai tuke) decidono il destino di un uomo; di rado, forse mai, una sola di queste forze. Ovviamente dobbiamo anche interferire personalmente in questo percorso e attraverso l’impegno culturale, educativo, e creativo cercare di condurre la nostra esistenza nel modo più costruttivo possibile ed immaginabile, sia per noi stessi e sia ovviamente per gli altri, consapevoli in ogni caso, come diceva il Buddha, che la vita è dolore, e che in effetti non è un’esperienza del tutto priva di enormi difficoltà.

Detto questo, chiariamo subito ogni forma di dubbio e di possibile fraintendimento, la daimonologia non ha nulla a che vedere con la demonologia, né con il daimonismo, né con spiriti, demoni, voci divine, o quant’altro ma è sostanzialmente una metodologia per muoversi all’interno delle varie discipline e della cultura umana, sia umanistica e filosofica, sia scientifica e tecnologica.

Il termine “Daimonologia” deriva dal vocabolo greco Daimon che significa genio, spirito guida, potere divino, e anche demone, ovvero divinità inferiore o eroe divinizzato, ma non solo, infatti il verbo espresso da questa parola significava pure dividere, distribuire, ripartire, condividere e il suffisso “da” era simile a molte parole come democrazia, demiurgo e altri termini che derivavano dal nome “demos” vale a dire popolo, e forse è per questo che non è mai stato visto di buon occhio dal potere ufficiale, che non voleva appunto mettere in comune i suoi privilegi e ha visto nel genio della critica il demonio del male.

Daimonologia e creatività
Daimonologia e creatività

La daimonologia pertanto prende il suo nome dal termine originario Daimon e da termine Lògos che nel pensiero greco, indica la “parola” come si articola nel discorso, quindi anche il “pensiero” che si esprime attraverso la parola. Una precisa affermazione del lògos come “ragione”, e fa riferimento alle creazioni mitologiche di Platone, all’interpretazione di Socrare, Eraclito, Aristotele e altri filosofi dell’antichità, senza per questo voler costituire né una nuova filosofia, né tanto meno una nuova religione, ma ribadisco che è soltanto una metodologia culturale e pedagogica.

Benché il termine Daimon appaia inoltre centrale nell’eudemonismo, ovvero la dottrina morale che riponendo il bene nella felicità (eudaimonia) e la persegue come un fine naturale della vita umana, la Daimonologia non è intimamente connessa a questo concetto, anche se la sua pratica e i suoi prioncipi ne possono agevolare in parte la realizzazione, che rimane sempre e comunque di difficile se non impossibile realizzazione.

Il termine eudemonismo deriva dal greco εὐδαιμονισμός (eudaimonismòs), da εὐδαιμονία (eudaimonìa), composto di bene (εὖ èu) e spirito guida-sorte (δαίμων dàimōn), termine associabile anche a “essere divino”, “genio”, “spirito guida”‘ o “coscienza”. In senso lato “eudemonia” vuol dire “essere in compagnia di un buono spirito”. Ricordiamo che l’eudemonismo va distinto dall’edonismo che si propone come fine dell’azione umana il «conseguimento del piacere immediato» inteso come godimento (come pensava la scuola cirenaica di Aristippo) o come assenza di dolore (secondo la concezione epicurea).

La daimonologia non fa alcun riferimento al Daimon né come entità spirituale, né come demone, ne tanto meno come anima dell’essere umano, diciamo piuttosto che collega il termine in maniera metaforica alla propria sorte individuale, così come già delineato da Platone nel mito di Er nella Repubblica, e al carattere dell’individuo, come già sostenuto da Eraclito e anche da Freud, lo intende come un’inclinazione personale, un’ attitudine, una predisposizione, alla maniera di Aristotele, e quindi considera le definizioni che vengono via via elaborate come un metodo per scegliere e migliorare la propria vocazione, il proprio carattere, il proprio comportamento, la propria coscienza, al fine di migliorare il proprio genio creativo e la propria pazienza.

Prima di approfondire la questione etimologica ed interpretativa del termine Daimon, voglio aggiungere che la Daimonologia si serve di tutti gli strumenti disponibili e reperibili nel nostro mondo per conoscere la realtà che ci circonda, vale a dire per esempio attività come la meditazione, la lettura, l’interpretazione, la riflessione, disposizione critica, l’osservazione, la sperimentazione, la curiosità, l’introspezione, e segue ovviamente l’etica della conoscenza e l’umiltà della ricerca, consapevole che sono certamente di più le cose che l’essere umano non conosce, ripetto a quelle che conosce e per questo fa affidamento al potere dell’immaginazione e della fanstasia, per riuscire a meglio decifrare i misteri che ci circondano, ma sempre senza esagerare, infatti al di là di un certo approccio ironico, umoristico, surrealistico e provocatorio, resta sempre molto legata al principio di realtà, e benché a tratti possa sembrare volutamente enigmatica, si affida sempre e comunque alla razionalità più concreta e alla creatività più genuina dell’essere umano.

Introduzione alla metodologia della Daimonologia
Introduzione alla metodologia della Daimonologia

Platone scrive: “Non sarà il dèmone a scegliere voi, ma voi il dèmone (…). La virtù non ha padroni; quanto più ciascuno di voi la onora, tanto più ne avrà; quanto meno la onora, tanto meno ne avrà. La responsabilità, pertanto, è di chi sceglie. Il dio non ne ha colpa”. Questo daimon, che possiamo chiamare anche “genio”, componente ineludibile del nostro io, a volte può essere perso di vista, non coltivato, accantonato, ma prima o poi tornerà per possederci totalmente, per definire la nostra immagine, la nostra vera personalità. Per Platone dunque noi siamo ciò che abbiamo scelto di essere.

Insomma, ognuno di noi ha una sua personalità, una sua vocazione, una sua immagine, un suo carattere, dei suoi tratti distintivi, non solo fisici, ma chiaramente anche mentali, e tutti questi elementi ci contraddistinguono in modo radicale, ma il tutto è comunque in trasformazione, le cose cambiano, tutto scorre, e quindi sta alla nostra serietà cercare la giusta motivazione e in seguito alimentarla con il massimo impegno, cercando di fare nel migliore dei modi quello che stiamo facendo, facendo attenzione a migliorare giorno per giorno le nostre possibilità, per rendere davvero autentica ed utile, non solo a noi stessi, ma anche al prossimo e alla società in cui viviamo, la nostra esistenza.

Nel racconto di Er, il daimon non capita in sorte, ma è oggetto di una scelta. La libertà di scelta rende la virtù “senza padrone”, a differenza di quanto avveniva nella morale tradizionale, ove questa era appannaggio di una figura sociale ben determinata, l’aristos, o comunque di un gruppo estremamente ristretto. Anche per la Daimonologia dunque un concetto fondamentale è quello della scelta della propria strada, attività, inclinazione o passione che ovviamente può essere anche innata, ma l’idea fondamentale è quella di coltivare il proprio talento e migliroare il proprio comportamento al fine di sviluppare tutte le intelligenze dell’essere umano.

Tornando al significato profondo del concetto e al carattere messo in relazione con il Daimon personale da Eraclito e poi anche da Freud, mi sento di trovarmi molto vicino ad Aristotele che riteneva che ogni individuo fosse fornito di una vocazione particolare, di una inclinazione speciale, potrei aggiungere di un genio più o meno creativo, che lui chiamava appunto “daimon”.

Per il sottoscritto quindi, ciascuno ha il suo Daimon che va protetto, studiato, approfondito, ricercato, perfezionato, coltivato, e messo in stretta relazione e comunicazione con la parte più intima, intellettuale e spirituale della nostra persona. Diciamo pure che è un elemento simbolico e metaforico che ci caratterizza e che dovrebbe spingerci verso il bene e quindi un costante miglioramento, oppure verso esperienze più problematiche e magari dannose per noi stessi, ragion per cui in questo caso si tratterebbe di un Daimon negativo, che invece di aiutarci a stare meglio, si prodigherebbe per farci stare peggio. In ogni caso il Daimon si identifica sempre con noi stessi e non è ovviamente un elemento esterno alla nostra individualità.

Daimonologia socratica
Daimonologia socratica

La Daimonologia non considera il Daimon nemmeno alla maniera di Socrate, ma ribadiamo che è soltanto una metodologia che prende il suo nome dal termine originario Daimon, inteso come genio, possiamo quindi dire che è un discorso sul genio dell’umanità. Socrate invece riferiva di un dàimon o “guida divina” che lo assisteva spesso in ogni sua decisione. Si tratterebbe di una sorta di «coscienza morale» che si rivela progressivamente come forma di delirio e di ispirazione divina, una voce identificabile come l’autentica natura dell’anima umana, la sua ritrovata coscienza di sé.

In base alla testimonianza di Platone, il daimon di cui parla Socrate consiste infatti in una presenza divina, simile a un genio tutelare, che si fa avvertire in lui tramite segni per stimolare la sua ragione a eseguire la scelta più adatta, ma non tanto per indurlo a compiere certe azioni, quanto piuttosto per distoglierlo: “C’è dentro di me non so che spirito divino e demonico; quello appunto di cui anche Meleto, scherzandoci sopra, scrisse nell’atto di accusa. Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte.”
Apologia di Socrate, 31 d

Il termine Daimonologia (Daimonology), prima del suo impiego da parte di Carl William Brown nel 1998 non era mai stato ufficialmente utilizzato, se non in una breve citazione di un autore americano a riguardo della cultura ellenica e delle religioni dell’epoca. Tale constatazione è stata verificata e confermata attraverso un’approfondita ricerca su vari testi enciclopedici sia cartacei sia elettronici, sia attraverso un’estesa ricerca in rete utilizzando per lo scopo i migliori motori di ricerca attivi attorno all’anno 2000. In ogni caso poiché il termine “daimon” già esisteva non era del tutto impossibile aggiungergli magari un suffisso o un prefisso; diverso è invece il discorso se intendiamo la Daimonologia come una vera e propria disciplina e come una rigorosa ed efficace metodologia di ricerca e di studio, in questa accezione infatti non era mai stata impiegata: il sottoscritto ne è pertanto l’ispiratore e l’organizzatore a tutti gli effetti.

Il termine nuovamente coniato sta inoltre ad indicare una vera e propria corrente di pensiero oltre che, come abbiamo già detto, una nuova ed innovativa metodologia di studio e di indagine creativa. Anche in questo caso il sottoscritto rimanda umoristicamente e provocatoriamente al termine Lucifer, ovvero luce, che sta ad indicare un nuovo simbolo di fratellanza, di uguaglianza, di libertà, anche in onore di Voltaire che chiamava D’Alembert e Diderot “suoi fratelli nel diavolo”, e vuole in pratica rappresentare una sorta di nuovo illuminismo o rinascimento del pensiero che dir si voglia!

La Daimonologia nella sua forma letteraria è costituita da 100 definizioni o aforismi, 60 dei quali sono stati pubblicati da Carl William Brown sotto il titolo di Principi Sintetitici ed Enigmatici di Daimonologia applicata nel sito del Daimon Club in data 13-12-1998. Gli altri 40 aforismi che completano il testo vengono pubblicati ora nel sito Aforismicelebri, sempre dall’autore in questione. Questi principi si ispirano in primo luogo alla filosofia di Socrate, Platone, Aristotele, alle massime capitali di Epicuro, agli aforismi di Eraclito, alla saggezza filosofica primordiale con un occhio di riguardo alla filosofia orientale, oltre che all’opera di Shakespeasre e di Freud e più personalmente alla mia produzione letteraria e filosofica, oltre che alla mia complessa esperienza di vita. Ricordo a questo proposito che il sottoscritto si impegna da sempre nell’ambito dell’insegnamento, della divulgazione culturale e della provocazione artistica, è inoltre autore di ben più di 10000 aforismi originali, di vari saggi e di vari articoli, nonché di varie raccolte di massime e di aforismi.

Daimonologia sintetica ed applicata
Daimonologia sintetica ed applicata

Questi principi sono dunque una sorta di vademecum del pensiero creativo e di potenziamento delle facoltà mentali. Questi principi di Daimonologia applicata rivestono quindi, assieme al Testamento di Carl William Brown, al Lascito del Daimon Club, ai vari testi scritti, e alla mia personale produzione aforistica una sorta di eredità spirituale che intendo lasciare alla stanca e misera umanità.

Certamente non si può pretendere di poter esaurire una tematica così ampia in alcune pagine e pertanto magari non tutto all’inizio sarà chiaro, in ogni caso questa pubblicazione è da ritenersi esclusivamente di natura informativa e divulgativa e non può quindi essere considerata un discorso esaustivo e definitivo sull’argomento.

Spero comunque che sia lo stesso illuminante per chi farà l’azione di leggerla e al tempo stesso cercherà di entrare nello spirito della sua elaborazione e della sua interpretazione. Ancora una volta perciò, grazie in anticipo!

Per chi volesse approfondire l’argomento suggerisco i seguenti articoli:

Introduction to Daimonology

Principi sintetici di Daimonologia

Synthetic principles of Daimonology

Daimon brand tra realtà e metafore

Nuovo manifesto surrealista

Platone e il mito di Er

Insegnamenti di Platone

Insegnamenti di Socrate

Daimon la sorte delle anime

Massime di Epicuro

Aforismi di Eraclito

Saggezza filosofica

Etica e filosofia

Etica e conoscenza

Carl William Brown

Il testamento di C.W. Brown

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