La Befana, il Presepe e l’Epifania in Letteratura, un articolo che analizza i legami tra la festa della befana, il presepe, e l’epifania nella letteratura e nella psicanalisi, come stimolo alla creazione artistica e intellettuale.
L’ Epifania tutte le feste porta via, infatti una volta giunti al 6 gennaio il periodo vacanziero del Natale si conclude, e con esso le vecchie feste ormai passate e si accoglie l’inizio di un nuovo anno con le sue relative nuove festività.
Carl William Brown
In ogni casa elegante c’è la porta principale per i signori e c’è la porticina di servizio per i fornitori; ma non deve mancare la porta celeste per gli dei. Si potrebbe dire che la cappa del camino è il tunnel che congiunge la terra al cielo… Per colpa di certe convenzioni, e d’una diffusissima mancanza di coraggio ascensionale, forse questa porta è poco adoperata. Ciò non toglie che la porta della Befana sia la vera porta principale: la porta che si apre sull’universo.
Gilbert Keith Chesterton
Zitti, zitti bimbi buoni, presto, presto giù a dormire. La Befana è per venire col suo sacco pien di doni.
Anonimo
Non ho mai fatto una delle mie scoperte attraverso il processo del pensiero razionale.
Albert Einstein
La Befana, cara vecchietta, va all’antica, senza fretta. Non prende mica l’aeroplano per volare dal monte al piano, si fida soltanto, la cara vecchina della sua scopa di saggina: è così che poi succede che la Befana
non si vede!
Gianni Rodari
La Befana a volte tarda perché ormai è vecchia e sorda, ma a coloro che son buoni lascia sempre tanti doni. Tra la cenere e il carbone ecco a te un suo bacione!
Anonimo
Ognuno chiudendo gli occhi, sogna dolci e balocchi. E Dori, il più piccino, accosta il suo visino alla grande vetrata per veder la sfilata dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo.
Guido Gozzano
Viene viene la Befana, vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana.
Giovanni Pascoli
Arriva la Befana, è già partita da una settimana, con la scopa di saggina, lei vola per arrivare prima. Viva viva la Befana!
Anonimo
Cara Befana. Prendi un trenino che fermi a casa d’ogni bambino, che fermi alle case dei poveretti con tanti doni e tanti confetti.
Gianni Rodari
Il dovere di un artista è piuttosto quello di rimanere di mentalità aperta e in uno stato in cui può ricevere informazioni e ispirazione. Bisogna sempre essere pronti per quella piccola Epifania artistica.
Nick Cave
Nel folclore italiano, la Befana rappresenta una figura unica e affascinante, profondamente radicata nella tradizione natalizia. Il suo nome deriva da una trasformazione linguistica del termine “Epifania” (dal greco epifáneia, “manifestazione”), passato attraverso il latino epiphaníam fino a diventare “Befana”. Secondo la tradizione popolare, la Befana è un’anziana signora che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, porta doni ai bambini. Coloro che si sono comportati bene trovano calze riempite di dolciumi, frutta secca e piccoli regali, mentre i più dispettosi ricevono carbone o aglio. Anche il carbone, però, spesso si rivela dolce, trasformando la punizione in un gioco indulgente.
Le origini della Befana si intrecciano con leggende e tradizioni religiose e pagane. Una delle storie cristiane più conosciute racconta che i Re Magi, durante il loro viaggio verso Betlemme, chiesero indicazioni a una vecchina e la invitarono a unirsi a loro. Lei rifiutò, ma poi si pentì e tentò invano di raggiungerli. Da allora, per espiare il suo errore, porterebbe doni ai bambini di tutto il mondo. Questa leggenda sembra cristianizzare una figura più antica, legata ai riti pagani della dodicesima notte dopo il solstizio d’inverno, quando si celebrava il ciclo di morte e rinascita della natura.
La Befana rappresenta simbolicamente l’anno vecchio, ormai consumato, che si lascia alle spalle. La scopa che porta con sé non è solo un mezzo di trasporto, ma simboleggia anche il gesto di “spazzare via” i problemi dell’anno appena trascorso, unendo così il folclore alla speranza di un nuovo inizio.
L’Epifania è anche il giorno in cui, secondo la tradizione cristiana, i Re Magi giungono alla grotta di Betlemme per adorare il Bambino Gesù. La loro figura, citata in appena 12 versetti del Vangelo di Matteo, è stata arricchita nei secoli da dettagli simbolici e narrativi. Non è storicamente provato che fossero tre, né che si chiamassero Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, ma queste aggiunte hanno rafforzato il loro significato spirituale e culturale.
Nei presepi di tutto il mondo, l’arrivo dei Magi rappresenta un momento culminante. Le loro offerte di oro, incenso e mirra simboleggiano rispettivamente la regalità, la divinità e la sofferenza umana di Gesù. La tradizione del presepe, introdotta da San Francesco d’Assisi, mira a rendere tangibile e familiare la narrazione della nascita di Cristo, creando un legame diretto tra la spiritualità e la vita quotidiana.
La Befana principalmente è un’icona tutta italiana. Tuttavia, se per noi l’Epifania è sinonimo di Befana, possiamo dire che viene celebrata anche in altri Paesi, seppur con nomi e usanze diverse. In Francia la befana diventa un re o una regina! La tradizione ruota attorno alla Galette des Rois, un dolce tipico che nasconde al suo interno una fava. Chi la trova nella propria fetta viene incoronato re o regina della festa. In Islanda invece la Befana è la moglie di Babbo Natale e viene celebrata con fiaccolate, fuochi d’artificio e la presenza simbolica di Babbo Natale, insieme al re e alla regina degli elfi. In Romania, i bambini bussano alle porte dei vicini per raccontare storie e ricevono in cambio frutta secca o qualche moneta. Un’usanza semplice e carica di significato che celebra l’arrivo dei Re Magi. In Russia l’Epifania coincide con il Natale ortodosso, celebrato il 6 gennaio. In questa notte speciale, Padre Gelo porta doni ai bambini, accompagnato dalla dolce Babushka, una figura simile alla nostra Befana.
In Messico il 6 gennaio è noto come El Día de los Reyes, è dedicato all’arrivo dei Re Magi. Protagonista della tavola è la Rosca de Reyes, una ciambella a forma di corona che nasconde al suo interno una statuina di Gesù Bambino. Chi la trova diventa il “padrino” per l’anno successivo. In Bulgaria, l’Epifania si celebra con un rituale spettacolare: un crocifisso viene gettato in laghi o fiumi ghiacciati, e i più coraggiosi si tuffano per recuperarlo. Il vincitore avrà un anno di fortuna e buona salute. In Germania infine il 6 gennaio non è festeggiato ovunque. Nei luoghi dove si celebra, i preti e i chierichetti visitano le case, cantando e raccogliendo offerte. Tuttavia, per molti, è un giorno lavorativo e le scuole rimangono aperte.
Il termine “Epifania” comunque non si limita solo alla sfera religiosa, ma trova un posto significativo anche in letteratura. Originariamente indicava una manifestazione divina, come un sogno o una visione. Con il cristianesimo, ha assunto un significato più specifico legato alla rivelazione di Gesù come Figlio di Dio.
Per Joyce, il termine “Epifania” riprende il significato originale di “manifestazione”, ma lo trasporta in un contesto letterario: si tratta di un’improvvisa illuminazione, un momento in cui qualcosa di apparentemente banale e quotidiano si carica di un significato profondo, rivelando una verità nascosta.
Questa epifania non è mai grandiosa o spettacolare, ma si annida nei piccoli dettagli: una frase, un gesto, un oggetto. È un’illuminazione intima e personale che consente al personaggio (o al lettore) di cogliere una connessione tra il mondo materiale e quello spirituale, tra la vita quotidiana e le sue implicazioni più profonde.
Ad esempio, nei Dubliners, queste epifanie emergono da momenti quotidiani che, per i personaggi, diventano rivelatori: un’ombra sulla loro vita o una consapevolezza improvvisa delle loro limitazioni, desideri o rimpianti.
L’idea joyciana di epifania trova un parallelo nella psicanalisi freudiana, in particolare nell’interpretazione dei sogni e dei lapsus. Freud riteneva che i sogni e i dettagli apparentemente insignificanti della vita quotidiana potessero rivelare i desideri inconsci, le paure e i conflitti interiori di un individuo. Entrambi i concetti – epifania e interpretazione psicanalitica – condividono l’idea che i dettagli ordinari possano aprire una porta verso verità più profonde.
In psicanalisi, queste connessioni sono spesso guidate dall’associazione libera: un dettaglio apparentemente insignificante può richiamare emozioni o ricordi nascosti, portando alla luce significati nascosti. Allo stesso modo, nelle epifanie di Joyce, dettagli minimi si trasformano in catalizzatori di rivelazioni emotive e spirituali.
La creazione letteraria stessa si nutre di questo processo di connessione. Gli scrittori, come gli psicanalisti, spesso partono da elementi concreti o autobiografici per costruire una narrazione che trascende il personale, trasformandolo in universale. Joyce, con la sua tecnica dello stream of consciousness, esplora questa dinamica: il flusso di pensieri e associazioni dei suoi personaggi riflette il modo in cui la mente umana connette idee disparate, creando nuove intuizioni.
Un esempio è il modo in cui Joyce utilizza dettagli materiali – come una semplice frase o un oggetto – per evocare un mondo interiore complesso. Questo processo è parallelo all’esplorazione psicanalitica, dove i simboli concreti (nei sogni o nei ricordi) vengono interpretati per rivelare significati nascosti.
In sintesi, l’epifania joyciana e la psicanalisi condividono l’idea che il banale possa diventare simbolico e rivelatore, creando connessioni tra mondi apparentemente separati. Entrambi i concetti si basano sull’intuizione che i dettagli del quotidiano siano portatori di significati più ampi e profondi, in grado di illuminare la condizione umana. Per la creazione letteraria, queste connessioni sono essenziali, poiché permettono agli scrittori di trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario e di parlare direttamente alla sensibilità del lettore.
Anche Gabriele D’Annunzio, nella poesia “I Re Magi” dalle Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi, utilizza l’Epifania per evocare immagini di gloria celeste. In questa visione, il paesaggio, il canto degli angeli e l’arrivo dei Magi diventano simboli di una rivelazione divina che illumina l’umanità.
Per concludere possiamo dire che la Befana, il Presepe e l’Epifania in letteratura condividono un elemento comune: la capacità di trasformare il quotidiano in straordinario. Che si tratti della dolce attesa dei doni, della magia del presepe o di una rivelazione letteraria, l’Epifania ci invita a riflettere sul valore delle manifestazioni, grandi o piccole, che illuminano la nostra vita. Buona Epifania a tutti!
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