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La stupidità contemporanea

La stupidità contemporanea

La stupidità contemporanea, alcune riflessioni.
La stupidità contemporanea, alcune riflessioni.

La stupidità contemporanea, dal caos dell’assurdo all’imbecillità dei secoli del non sapere, un’articolo di una serie su queste spinose e dolorose temeatiche.

La stupidità ha fatto progressi enormi. E’ un sole che non si può più graduare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è nemmeno più la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intono a sé.
Ennio Flaiano

Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi, essa è pronta e versatile e può indossare tutti i vestiti della verità. La verità invece ha un abito solo e una sola strada, ed è sempre in svantaggio.
Robert Musil

Una certa stupidità è indispensabile. Gli enciclopedisti sono alla base di quell’intelligenza che è una forma trascendente della stupidità.
Jean Cocteau

Se di dentro la stupidità non somigliasse straordinariamente all’intelligenza, se di fuori non si potesse scambiare per progresso, genio, speranza, perfezionamento, nessuno vorrebbe esser stupido e la stupidità non esisterebbe.
Robert Musil

Contro la stupidità gli dei stessi lottano invano.
Friedrich Schiller

J.P. Sartre diceva che il XX° secolo è il secolo del non sapere, come sempre perciò l’origine di tutti i mali va ricercata nell’ignoranza, nella follia e nella stupidità, ma tali entità non sono comunemente circoscrivibili, in più la loro natura più profonda ci è sconosciuta, ragion per cui è un po’ difficile che si riesca a capire i loro segreti.

Il caos dunque ritorna o forse non se n’è mai andato e così l’unico modo per cercare di colmare i nostri dubbi è quello di affidarci all’assurdità del reale: “L’assurdo non è né dentro l’uomo, né dentro il mondo, ma dentro la loro presenza comune. Nasce dalla loro antinomia. E’ per il momento il loro unico legame.”, in questi termini si esprimeva A. Camus nel suo Mito di Sisifo. Il filosofo francese, da buon intellettuale come Sartre, visto la condizione umana, inciterà all’azione e inviterà a coltivare un pensiero modesto cioè liberato dall’ignoranza e dalla pretesa all’infallibilità, che si liberi al tempo stesso dall’egoismo, dall’ingiustizia, dallo schiavismo e dalla miseria.

Si delinea così l’etica della rivolta e Camus appunto nel suo libro L’uomo in rivolta scriverà che :” La rivolta nasce dallo spettacolo dell’irragionevolezza, davanti ad una condizione ingiusta e incomprensibile… la rivolta genera appunto le azioni che si chiede di legittimare, in quanto l’uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è.” e ancora “L’uomo in rivolta non preserva niente, poiché pone tutto in gioco.”, praticamente Camus giunge al paradigma “Mi rivolto, (lotto) dunque siamo” ed è in questo senso che “dobbiamo pensare Sisifo felice” poiché si può e si deve passare da una rivolta solitaria al riconoscimento di una comunità di cui bisogna condividere le lotte.

Queste sono certamente tutte belle parole, ma dobbiamo anche fare i conti con quello che ci offre tutti i giorni la realtà politica e sociale del nostro pianeta. La continua ricerca del progresso e della felicità stanno conducendo l’uomo della civiltà avanzata sull’orlo della catastrofe, ma ovviamente dovremmo rendercene conto.

Le moderne democrazie hanno sostituito le vecchie catene delle monarchie del passato con lacci invisibili ma ugualmente resistenti e dunque le magie dell’autorità che si trasforma in autoritarismo della stupidità sono sempre più subdole e raffinate. Le nazioni più industrializzate e quindi più potenti militarmente ed economicamente sfruttano e lasciano vivere in miseria, quando non muoiono di fame, i due terzi della popolazione terrestre; le grandi multinazionali industriali e finanziarie non guardano più in faccia l’uomo e l’unica legge che conta è quella dell’arricchimento più sanguinario, del profitto, del mercato, della massima produzione, della competizione più sfrenata, della sopravvivenza e del potere, con l’ulteriore aggravante della qualità totale, si, ma della stupidità.

Dopo che alcuni popoli hanno lottato per secoli allo scopo di ottenere uno standard di vita accettabile, un modello più o meno concreto di Welfare State, l’avidità dei potenti è riuscita ad instaurare un nuovo schiavismo in ogni parte del globo, inducendo i lavoratori dei paesi più poveri a produrre quasi gratuitamente ,e senza alcuna considerazione per i loro diritti più elementari, merci di ogni tipo; i capitali non hanno più alcuna frontiera e in un attimo possono mettere in ginocchio gli abitanti più deboli della terra; essi si nutrono di sangue umano e consentono ai potenti di riappropriarsi di tutta la loro più atavica e perfida arroganza.

Un quinto della popolazione mondiale ormai inebriata dalla droga del consumo e del successo spreca l’80% della produzione globale, l’inquinamento del pianeta sta arrivando alle stelle, tutti i paesi sono impegnati in una corsa sfrenata per battere la concorrenza e si giunge in nome del dio denaro a commettere ancora una volta, com’è nella più antica tradizione, i crimini più stupidi e insensati. I signori della guerra economica ormai dominano il mondo, così persino nelle zone con la più antica cultura ispirata alla saggezza buddhista ci si strangola di lavoro pur di incrementare il prodotto interno lordo e pur di esportare a basso prezzo per conquistare i mercati, insomma pur di rovinarsi l’esistenza.

I capitani d’industria hanno sostituito i capitani di ventura, gli operai i soldati degli eserciti votati al massacro, la ricerca del denaro quella dell’immortalità e così chi è dominato dalla fissazione del potere e dal bisogno di conquistarlo non fa altro che esibire un vuoto interiore talmente grande da far dubitare persino che l’uomo non sia altro che un automa impazzito creato da un’insaziabile e malefica potenza.
Il panorama mondiale sta diventando sempre più bizzarro, la mostruosa crescita demografica fa somigliare la specie umana ad un inarrestabile tumore maligno che ha colpito la terra e la sta distruggendo impietosamente. Nei paesi meno progrediti lo sfruttamento degli operai, bambini compresi, è atroce; in India per esempio i capannoni dove la gente lavora sono chiusi dall’esterno per evitare assenteismo e garantire una morte atroce in caso di disgrazia; in questi luoghi le vite umane si comprano a prezzo di mercato, tre o quattro dollari al giorno se va bene, niente contributi, niente assicurazioni, niente di niente, solo bestialità.

Il modello di successo con tassi di crescita a due cifre e con il costo del lavoro ridotto quasi a zero per resuscitare la pratica dello schiavismo puro sta per essere esportato in tutto il mondo, soprattutto nei paesi dell’ex-impero sovietico, dove le alternative più decenti a questo brutale asservimento sono la prostituzione per le donne e la criminalità per i maschi. Nessun accordo internazionale previsto dal Gatt per evitare lo sfruttamento viene rispettato e i paesi occidentali ormai in preda ad una crescente disoccupazione, che precede lo spettro della recessione, se vogliono competere non possono fare altro che adottare gli stessi metodi o sperare che un cataclisma, non importa di quale genere, distrugga l’altra metà del pianeta.

C’è da aggiungere che anche nelle grandi città occidentali o nei paesini degli stati più ricchi non è comunque semplice vivere decentemente; in alcune zone la criminalità, che del resto è l’industria con il maggior fatturato mondiale, rende l’ambiente del tutto simile ad un girone infernale dove la gente di buona volontà sconta le pene della moderna stupidità globale.  Il sistema non è mai stato così labile, al tempo dei greci si poteva al massimo distruggere una civiltà, ma oggigiorno il rischio è quello di una distruzione totale del nostro pianeta.

Come denuncia E. Severino il mondo capitalista si è separato dalla totalità sociale e non teme neanche più il proprio annientamento, infatti: “Se il resto del mondo esisteva anche quando le cose che incominciano ad essere erano ancora un niente, e continuerà ad esistere anche quando le singole cose torneranno ad essere niente; ciò vuol dire che tra ogni cosa e tutte le altre cose del mondo non esiste alcun legame necessario, e che dunque l’azione dell’uomo scioglie legami che erano già sciolti, divide cose che erano già divise o che stanno insieme con la disponibilità o la vocazione ad essere divise.” e così grazie all’ontologia greca si può giustificare anche il gioco al massacro più crudele. E tutto questo forse per voler ad ogni costo creare un Nuovo Mondo, magari come quello descritto da A. Huxley, un mondo cioè esclusivamente dominato dagli automi e dagli apparati tecnologici, un mondo che ha ormai perso ogni suo residuo di umanità.

La scienza si separa sempre più dall’unità totale e ricerca in branchie sempre più specifiche separate e l’uomo ormai non è diventato che la cavia dei potenti della terra. Certo, come hanno recentemente sostenuto Popper, Kuhn, Feyerabend e altri non esiste una verità assoluta, il lavoro scientifico deve cercare di smentire le teorie su cui si basa per progredire, per avanzare; il sapere del passato serve solo come trampolino di lancio per elaborare sistemi più complessi, il modello ideale dunque non esiste o perlomeno è la trasmissione continua di modelli precedenti; ma siamo comunque sicuri di stare andando nel verso giusto ?

Ormai il mondo è una falsità unica, una grande idiozia e l’ autorità di questo ne è più che mai orgogliosa; gli unici a cui da carta bianca sono gli scienziati, perchè questi devono essere liberi, come sosteneva appunto P.K. Feyerabend che affermava: “Gli scienziati lavorano meglio se sono al di fuori di ogni autorità, compresa l’autorità della ragione.”, ma non è così, loro la ragione la seguono ed è forse per questo che ci condurranno alla rovina, infatti come ammoniva K. Marx  gli uomini geniali sbagliano genialmente e possono provocare danni terribili. Per progredire bisogna dunque violare il metodo, come ci ha insegnato Feyerabend, ma non in questo modo, non violando la dignità umana.

Ma la stupidità ordina la rincorsa all’arricchimento, e l’adorazione del denaro e l’uomo si fa incastrare, tanto che il giudizio severo di K. Lorenz recita: “Accanto alle ali dell’argo (è un uccello che sviluppa così tanto le sue ali da non riuscire più a volare), il ritmo lavorativo dell’uomo civilizzato occidentale (ora anche orientale) è il prodotto più stupido della selezione intra-specifica. La fretta in cui s’è intestardita l’umanità industrializzata è in effetti un buon esempio di evoluzione non funzionale, dettata esclusivamente dalla concorrenza fra appartenenti alla stessa specie.

Tali ammonimenti sembrano però essere assai vani, in quanto i signori controbattono: “Nel lungo periodo saremo tutti morti.” e allora avanti. Fior di civiltà sono decadute, perchè dunque non dovrebbe decadere anche la nostra? Ma è proprio per questo che i signori del potere hanno paura e la paura fa brutti scherzi e allora bisogna tutelarsi conquistando sempre più ricchezza e autorità, nella folle illusione di sopravvivere per sempre.

” A cavallo della frontiera fra Stati Uniti e Messico c’è una grande fascia di officine di montaggio, la Maquiladora, che funziona a livelli ottocenteschi: vi lavorano bambini e bambine a salari irrisori e senza alcuna protezione. Maquiladora è un grande successo commerciale che riempie i tecnocrati di soddisfazione.” scrive il canadese J.R. Saul nel suo libro I Bastardi di Voltaire, ed è proprio così, i veri padroni del mondo sono ormai gli industriali, i tecnocrati, i finanzieri, sono loro i veri tiranni. Essi si alleano poi con i politici e con i burocrati per dominare e sottomettere gli uomini ordinari, ed è proprio per tale ragione che creano eroi in grado di impersonare il potere agli occhi della gente, in modo tale da governare, attraverso leggi che più gli fanno comodo, tutto il sistema.

Concedendo alcune piccole, false ed irrisorie libertà individuali, che non influenzano del resto minimamente la loro dittatura, procedono indisturbati nel loro patetico progetto di asservimento planetario, e la gente li lascia fare, alcuni dirigenti e piccoli impiegati perchè riescono a guadagnare qualcosa dal losco affare e tutti gli altri perchè sono evidentemente troppo deboli per reagire contro il mostro dai mille tentacoli.

La corruzione è la prassi più collaudata, come pure l’addomesticamento delle masse attraverso i mass media, grazie cioè ai sicofanti del potere, come li chiama B. Russel. Gli individui vengono spersonalizzati, svuotai della loro dignità e delle loro capacità critico-dialettiche, in modo tale da avere persone completamente deresponsabilizzate e programmate per essere sempre pronte ad ubbidire passivamente, pena l’esclusione dal benessere, dalla corte, dai privilegi ed il temuto ingresso nel tunnel del fallimento sociale, psichico, morale ed economico.

Si creano così individui angosciati, intrappolati in una sfrenata corsa verso l’imbecillità, alieni che fanno comodo ai gerarchi proprio in quanto non sanno riflettere e quindi non costituiscono un pericolo concreto. Sono in primo luogo i persuasori occulti della pubblicità, della televisione, dei giornali a contribuire splendidamente a tale deplorevole progetto, fanno credere ai consumatori di fruire del piacere del benessere, agevolando così lo svuotamaneto di significato della nostra comunità. La massa si muove dunque sempre più irrazionalmente seguendo gli istinti più elementari, e risulta quindi sempre più uniformemente agglomerata e conformista, sempre più alienata e controllata dai detentori del potere economico e politico.

Dunque siamo in pesenza di una società sempre più ad una dimensione, come sosteneva H. Marcuse, dove il potere riesce a sopprimere le personalità individuali ottenendo così una ferrea organizzazione, con una rigida divisione del lavoro, in cui ogni uomo deve chinare il capo e obbedire pedissequamente, riuscendo così a fruire solo della sua stupidità, perchè a questo è stato abituato sin dalla nascita.

In conclusione ci troviamo a vivere in un mondo praticamente spaventoso; un mondo dove le coscienze sono eterodirette, dove imperversano la moda e le modelle, i calciatori ed i presentatori, i cantanti e i giornalisti, i politici e i delinquenti, i giudici e le ballerine, un mondo in cui questi personaggi guadagnano miliardi e miliardi, dove l’affarismo, la corruzione, le connivenze, il nepotismo, la criminalità e l’evasione fiscale dominano incontrastati e dove le persone, oltre che ad essere manovrate come marionette, vivranno sempre più in miseria. Un mondo dove ogni governo preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle, aggirarle od anche solo eluderle godendo al tempo stesso della più sicura impunità.

“E quindi, o questo infrangi-leggi sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore o legittimo; buono o tristo, uno o molti, a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo che lo sopporta è schiavo.” come ammoniscono le parole sempre moderne dell’Alfieri. E alla tirannide c’è un solo rimedio, la ribellione.

Benchè la speranza risulti troppo spesso sorella della povertà, non dobbiamo neanche dimenticarci che essa è pur sempre l’ultima a morire; per esempio, in America, patria delle grandi contraddizioni, sta emergendo un movimento che intende vietare la permanenza dei politici nelle loro cariche elettive, ma questo non cambia poi molto la sostanza dei problemi, in quanto morto un papa se ne fa un altro e in questo modo il papa è comunque sempre in carica e allora dobbiamo nuovamente affidarci ai letterati che forse ci propongono situazioni più metaforiche, ma che hanno al tempo stesso una maggiore valenza significativa.

Per esempio, un processo che aiuterebbe a raggiungere una forte autonomia potrebbe essere la “Decapitazione dei capi”, un’idea tratta da un libro di I. Calvino dove si propone un nuovo modello di società, cioè un sistema politico basato sull’uccisione rituale dell’intera classe dirigente a intervalli di tempo regolari.

Questa sarebbe di certo una soluzione molto più funzionale al miglioramento della vita civile, in quanto interromperebbe effettivamente l’avidità di potere, l’arroganza ed i progetti dell’autorità, la vanità della stupidità. Certo la procedura sembrerebbe un po’ troppo categorica, ma è ora che l’uomo capisca che “dobbiamo smetterla con l’abitudine della deferenza verso i grandi uomini” come suggeriva K. Popper  poiché “A rovinare l’uomo è il servilismo, il conformismo, l’ossequio, non l’aggressività che è nell’ambiente più che dentro di noi.” (R.L. Montalcini).

Un ‘altro metodo è quello di diffidare sempre dello stato, “lo stato infatti, come avvertiva Nietzsche, è il più freddo di tutti i mostri. Esso mente freddamente. Dalla sua bocca esce questa menzogna: Io sono lo stato, sono il popolo.” Ci si deve insomma rivoltare alle eliteés del potere che governano senza che il cittadino possa minimamente influenzare le loro decisioni e la rivolta non deve nascere solo dagli oppressi, ma deve nascere anche dallo spettacolo dell’oppressione di cui sono vittime gli altri.

E’ pertanto obbligatorio attaccare l’addomesticamento perché: “L’indottrinamento non è incompatibile con la democrazia, anzi è la sua stessa essenza. In uno stato totalitario poco importa ciò che pensa la gente. Ma in una democrazia è fondamentale sapere che cosa pensa la gente, orientarla e condizionarla ricorrendo alla fabbrica del consenso, alle illusioni necessarie.” Ecco un potere, anzi il potere contro cui si scagliano intellettuali come N. Chomsky o K. Popper.

E’ fuori discussione che per migliorare il mondo e rendere tutti i suoi abitanti più sereni si dovrebbero servire le vittime del potere e non il potere stesso. Ma ciò sembra ancora lontano da venire. Ricordiamoci comunque che anche l’uomo di potere per potente che sia non è un Dio e anche lui deve soggiacere alla volontà di un’autorità molto più potente di lui, vale a dire deve soggiacere alla vanità della stupidità.

La lotta deve quindi giustificare l’esistenza e la disobbedienza ne deve diventare l’arma per eccellenza. Ed infine amerei concludere con una piccola citazione biblica che si addice magnificamente ai ciarlatani del pensiero e ai ricchi adulatori (della stupidità) che dovrebbero interpretare queste frasi come un’atavica ed imperitura condanna: “Guai a voi, o ricchi, perchè avete già la vostra consolazione! Guai a voi che siete satolli, perchè patirete la fame! Guai a voi che accumulate casa a casa, campo a campo, tanto che non c’è più posto per gli altri, e tenete occupata tutta la terra per voi soli. ” Perchè Allah è grande e vi punirà.

Carl William Brown

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