Idee, parole, metafore e riflessioni
 
Riflessioni e pensieri sulla morte

Riflessioni e pensieri sulla morte

Riflessioni e pensieri sulla morte
Riflessioni e pensieri sulla morte

Riflessioni e pensieri sulla morte, idee e meditazioni di vari autori e personaggi famosi sull’argomento che più di tutti condiziona le nostre esistenze, ovvero la morte.

Ciò per cui i morti non avevano parola, da vivi, te lo possono dire da morti: la comunicazione dei morti è lingua di fuoco oltre la lingua dei vivi.
T.S. Eliot, Quattro Quartetti

Si ama la propria madre quasi senza saperlo, senza comprenderlo, perché è naturale come vivere; e avvertiamo la profondità delle radici di tale amore solo al momento della separazione finale.
Guy de Maupassant

Non ho mai capito il significato delle parole “mi manchi” finché non ho cercato la mano di mia madre senza trovarla. “Mamma”, la parola più bella sulle labbra dell’umanità.
Khalil Gibran

Immagina pure che ti siano destinati nella vita molti giorni terribili; il più terribile di tutti sarà il giorno in cui perderai tua madre.
Edmondo De Amicis

I fili spirituali intessuti fra le anime dei defunti e noi stessi non vengono spezzati dalla morte, continuano ad esistere, divengono anzi molto più profondi dopo la morte di quanto non lo fossero qui. Quanto ho detto va accolto come una verità solenne, colma di significato.
Rudolf Steiner

Si dice che il lutto, con il suo lavoro graduale, cancelli lentamente il dolore; non potevo, non posso crederci; perché per me il tempo elimina l’emozione della perdita (non piango), tutto qui. Per il resto tutto è rimasto immobile. Perché ciò che ho perso non è una Figura (la Madre), ma un essere; e non un essere, ma una qualità (un’anima): non l’indispensabile, ma l’insostituibile.
Roland Barthes

Volgiti ai morti, ascoltane il lamento e prenditi amorevolmente cura di loro.
Carl Gustav Jung

In ogni grande divisione della specie umana, la morte ha scelto un certo numero d’animali a cui essa commise di divorare gli altri; così vi sono degl’insetti da preda, dei rettili da preda, dei pesci da preda, degli uccelli da preda, e dei quadrupedi da preda. Non vi ha un istante della di lui durata, in cui l’essere vivente non venga divorato da un altro. Superiormente alle numerose razze d’animali è collocato l’uomo, la cui mano struggitrice nulla risparmia di ciò che vive; esso uccide per nutrirsi, uccide per vestirsi, uccide per ornarsi, uccide per difendersi, uccide per sollazzarsi, uccide per uccidere.
Joseph de Maistre

Le tre grandi divinità madri dei popoli orientali sembra fossero generatrici e annientatrici insieme; dee della vita e della fecondità nello stesso tempo che dee della morte.
Sigmund Freud

Nel De civitate Dei libro XIII, Agostino sostiene che la morte corporale è sempre una cosa negativa in sé. Un’attenta considerazione della storia della caduta dall’Eden mostra che è l’esatto opposto del mito della caduta platonica. La storia dell’Eden vede l’unione di corpo e anima come naturale e la separazione come una punizione. La caduta platonica vede la separazione dell’anima come naturale e l’unione con il corpo come una punizione. L’approccio di Agostino alla morte è quindi in netto contrasto con quello di Ambrogio.
David Albert Jones

Dare la morte da una sensazione titanica. È un atto grandemente eroico. Provoca un effetto terapeutico, catartico. Io ho conosciuto molti omicidi, non ne ho mai trovato uno pentito. L’ultimo che ho incontrato, in carcere, aveva appena ucciso la moglie e mi ha detto: “Adesso sono guarito.”
Vittorio Andreoli

Abbandonati alla Madre, calati nella terra grande e benefica, soffice vergine per chi fu pio: che essa ti protegga dal rodere della corruzione. Apriti terra senza fargli male, accoglilo benigna e con un dolce saluto. Avvolgilo terra come la madre avvolge il figlio nella veste.
Rigveda, testo indiano

La terra che ti fu nutrice ti prenderà con sé per ricondurti nuovamente alla terra e, spersa ogni traccia di umano, sfumata la tua natura individuale, ti mescolerà con gli altri elementi: e tu diventerai fratello della roccia dura e dell’inerte zolla che il rude bifolco rivolta col vomere e calpesta. La quercia diramando lontano le sue radici passerà sulla tua polvere.
W.C. Bryant

La guerra è un meccanismo di riorganizzazione piuttosto barbaro. Essa è causata dall’ignoranza della specie, e potrebbe essere evitata se solo quest’ultima si istruisse di più, ma evidentemente l’uomo essendo estremamente egoista nel suo masochismo preferisce di più divertirsi col terribile spettacolo della morte e della sofferenza, che non spendere più energie per evolvere culturalmente.
Carl William Brown

Il defunto può sperimentare ciò che vi è nelle sue vicinanze spirituali solo nella misura in cui già qui sulla terra abbia elaborato pensieri sul mondo spirituale. Oggi sono in molti a dire di non aver bisogno di occuparsi della vita dopo la morte, di poter attendere: “Quando saremo morti vedremo che cosa vi è dopo la morte”. È però un pensiero impossibile. Semplicemente nulla si vede dopo la morte, se qui nella vita non si sono formulati pensieri sul mondo spirituale, se vi si è solo vissuti materialisticamente.
Rudolf Steiner

Definendo la morte un “illustre antenato”, Carl William Brown potrebbe alludere al ruolo essenziale della morte nel plasmare la vita stessa. Proprio come un antenato è un predecessore della nostra esistenza, la morte è stata una presenza inevitabile sin dall’alba dell’umanità, che ha colpito ogni essere vivente. Ciò potrebbe anche alludere a come la mortalità abbia ispirato ricerche filosofiche, scientifiche e artistiche, conferendo alla morte una sorta di grandezza o influenza nel plasmare il progresso umano.
ChatGPT

Essi sono chiusi nelle mura trasparenti della nostra immaginazione, o dei nostri sentimenti, e fra noi e loro avvengono misteriosi invisibili accordi ed intese e sui fili di queste intese, gettati fra cielo e terra, si posano i sogni, uccelli consolatori, e i ricordi, che accompagnano le nostre giornate.
M. Prisco

Purifica, come un giardiniere che strappa le erbacce del suo giardino. Ma è un giardiniere che vuole starsene sempre solo e va in collera quando i curiosi occhieggiano nel suo giardino. Per questo tengo davanti al viso l’ombrellino e il ventaglio, perché il giardiniere possa lavorare indisturbato.
Elisabetta d’Austria

Karol Woityla un giorno disse: “Non c’è speranza senza paura e paura senza speranza; poi avvicinandosi alla morte ribadì: “Non abbiate paura.” Or bene, a parte che il Papa è anch’egli un uomo come tutti gli altri, ma almeno un po’ più di coerenza dovrebbe coltivarla, infatti la speranza è una delle tre virtù teologali predicate dalla chiesa, o mi sbaglio!
Carl William Brown

La gioia della resurrezione deve richiedere il bacio della morte? Sembra di sì. Come potresti tornare dalla morte senza prima essere morto? Difficilmente possiamo negare i mille modi in cui “un dolore più grande sfocia in una gioia più grande”: una guerra più costosa addolcisce la vittoria dell’imperatore, un pericolo più grave illumina la gloria della fuga abile di un marinaio, una fame più acuta approfondisce la sazietà del pane e la prodigalità della dissipazione del figlio rende più gradevole il suo amaro rimorso. Eppure la gioia è ontologicamente precedente a ogni dolore, perché Dio gode di se stesso eternamente. E insistere sulla morte come precondizione per la vita è osceno quanto desiderare la miseria di un altro come precondizione per la misericordia. La morte è disgustosa. Ma sembra necessaria o naturale, persino.
Jordan Daniel Wood

Quante persone scomparse che mi amavano, nella cui memoria esistevo, con cui dividevo un ricordo! Quanti miei gesti e immagini e sillabe periti in loro e con loro! Veramente noi arriviamo alla morte dopo mille sottrazioni parziali: come l’atomizzato che vede ogni giorno incarbonirsi un brano di sé finché non si consuma del tutto.
Gesualdo Bufalino

Il morto, infine, lo si accetta: una cosa immobile, muta, un oggetto da sistemare secondo i tempi e modi prestabiliti. È il morente che non si sopporta, la malattia mortale, questo specchio del comune destino, ultimo atto accelerato di quel normale processo di invecchiamento che, a dispetto di ogni autoinganno, non possiamo fare a meno di percepire nel progressivo deterioramento delle nostre funzioni e facoltà, nel raggelamento di affetti e rapporti, nella rinuncia a progetti e speranze.
Paolo Bellocchio

Il profondo dolore per la morte di ogni essere amato ha origine dal sentimento che in ogni individuo sia qualcosa di inesprimibile, di esclusivamente peculiare e quindi assolutamente irripetibile. “Omne individuum ineffabile”. Ciò vale anche per le bestie, e viene sentito nel modo più vivo da colui il quale abbia per caso ferito mortalmente una bestia amata, e ora ne colga lo sguardo d’addio, che gli cagiona un dolore straziante.
Arthur Schopenhauer

Spero davvero che quando morirò qualcuno abbia abbastanza buon senso da gettarmi nel fiume o qualcosa di simile. Qualsiasi cosa meno che piazzarmi in un maledetto cimitero. Gente che arriva e ti mette un mazzo di fiori sul tuo stomaco alla domenica e tutta quella porcheria. Chi vuole dei fiori quando è morto? Nessuno.
Salinger

O Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l’ancora. Questa terra ci annoia, Morte. Salpiamo. Se cielo e mare sono neri come inchiostro, i nostri cuori, che tu conosci, sono colmi di raggi.
Charles Baudelaire

Il 15 luglio del 1997 in America un ipotetico serial killer ha ucciso un grande artista della moda, Gianni Versace; il celebre stilista amava provocare e l’arte deve essere provocazione, forse è anche per questo che la letteratura non disdegna in un certo qual modo i serial killers. E poi già Leopardi aveva paragonato la moda alla morte, strane correlazioni, no?
Carl William Brown

La morte abbatte tutto ciò che uno ha vicino, e quando si è sopraffatti dal dolore dice sorridendo: non sei affatto così impotente come ti figuri, puoi abbattere anche te stesso, e il tuo dolore con te. La morte appresta all’uomo i dolori dai quali essa stessa poi può liberare.
Elias Canetti

La morte non è niente. Sono solamente nella stanza accanto. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Parlami nello stesso modo, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere. Prega, sorridi, pensami. Non sono lontano. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace-
Henry Scott Holland

Non possiamo comprendere la vita, se in qualche modo non ci spieghiamo la morte. Il criterio direttivo delle nostre azioni, il filo per uscir da questo labirinto, il lume insomma deve venirci di là, dalla morte.
L. Pirandello

La ribellione è morte e rinascita allo stesso tempo, è un’accettazione della paura della sconfitta che non può che dare maggior vigore all’esistenza, è una coraggiosa azione di protesta che rivendica il diritto alla piena realizzazione della propria interiorità, è la fonte di ogni mito, di ogni religione, di ogni mistero, di ogni conquista sociale e di ogni utopia in progressione.
Carl William Brown

No, non siamo diventati eterni, neppure nell’era dei prodigi tecnologici. Non ti inganni il lampeggiare delle spie colorate sui marchingegni elettronici. Non ti illudano i cosiddetti “trionfi” della medicina. Qui poco o niente è cambiato da venticinque secoli, dal tempo del salmo biblico: “Gli anni della nostra vita sono settanta/ottanta per i più robusti/passano presto e noi ci dileguiamo”
Vittorio Messori

Viviamo con evidenza in regime tanatocratico: non solo per la morte maggiore, catastrofica, che quanto prima ci concluderà; ma per le innumerevoli morti minori, che, un attimo dopo l’altro, ci mangiano e fanno somma a comporre quell’una.
Gesualdo Bufalino

Trascinato nel labirinto ospedaliero, più rassicurante per i suoi che per lui, al morente viene continuamente negata la sua specificità e occultata metodicamente la differenza fra il morire e l’essere infermo. L’importante è nascondere sotto l’accanimento terapeutico il sopraggiungere del nulla, far tacere la comparsa del morire con un mucchio di diagnosi incerte; mascherare insomma l’imminenza della fine mediante una tecnica di rianimazione cieca che trasforma a volte il morituro in un cadavere vivente. Il desiderio della negazione è così forte che si giunge a togliere con la forza al moribondo uno dei diritti più naturali che ci siano: il diritto alla morte.
J. Urbain

Il vestito nero è oggi considerato opportuno per tutti i partecipanti almeno durante la sepoltura, ma perde altrimenti di valore, anche per i congiunti più stretti. Un tempo aveva la funzione di nascondere chi lo portava: per non essere riconosciuti dal morto ed eventualmente trascinati da lui nella morte, ci si faceva eguali a lui coprendosi di nero.
W. Fuchs

Finalmente mi congiungo col mio destino. / A questa sera rovinosa mi portava / il labirinto molteplice dei passi / che i miei giorni hanno tessuto fin da un giorno / dell’infanzia. Finalmente ho scoperto / la recondita chiave dei miei anni, / la lettera mancante, la perfetta / forma che Dio conosceva dall’inizio. / Nello specchio di questa notte raggiungo / il mio insospettato volto eterno.
J.L. Borges

Tutti devono avere il diritto di pensare con la propria testa e di approfondire la loro cultura, nonché di poter scegliere tra eros e tanathos, tra bene e male, tra vita e morte, tra bello e brutto: tutti devono poter chiedere e nel caso ricevano risposte insoddisfacenti, tutti devono avere anche il diritto di ribellarsi, o meglio ancora di vendicarsi.
Carl William Brown

L’ambiguità della morte emerge in vari modi nelle Confessioni. Ricordiamo le due narrazioni esplicite della morte, quella dell’amico senza nome di Agostino e quella di sua madre Monica. Nella prima leggiamo della morte come “l’orribile nemico”; nella seconda Monica parla con affetto del “bene della morte”. All’inizio Agostino chiama questa esistenza terrena sia “una vita mortale” (vitam mortalem) sia “una morte vivificante” (mortem vitalem), nella stessa frase. Possiamo affermarle entrambe contemporaneamente? Le Confessioni contengono una profonda riflessione proprio su questa domanda. Sebbene due siano state commentate abbastanza spesso, Agostino descrive in realtà quattro morti separate in queste pagine: la morte di un amico (Libro IV), la morte di Cristo (Libro VII), la morte di Agostino (Libro VIII) e la morte di Monica (IX). Insieme, queste sfaccettature formano un prisma attraverso il quale si potrebbe intravedere lo spettro invisibile della divina provvidenza. Queste quattro vignette presentano, intendo dire, una contemplazione retrospettiva della graduale percezione di Agostino sul perché la morte debba rimanere per sempre ambivalente per i cristiani.
Jordan Daniel Wood

Checché se ne dica, la morte è ciò che la natura ha trovato di meglio per accontentare tutti. Con ognuno di noi, tutto svanisce, tutto cessa per sempre! Che vantaggio, che abuso! Senza il minimo sforzo da parte nostra disponiamo dell’universo, lo trasciniamo nella nostra sparizione. Decisamente, morire è immorale…
Emil Cioran

La morte è orribile solo per colui che non crede in Dio, oppure crede in un Dio malvagio, il che è la stessa cosa. Per colui che crede in Dio, nella sua bontà e vive in questa vita secondo la sua legge ed ha sperimentato questa sua bontà, per costui la morte è solo un passaggio.
Lev Tolstoj

La morte di un uomo rende tutto certo su di lui. Naturalmente, i segreti possono morire con lui. E naturalmente, cento anni dopo qualcuno che sfoglia alcuni documenti può scoprire un fatto che getta una luce completamente diversa sulla sua vita e di cui tutte le persone che hanno partecipato al suo funerale erano all’oscuro. La morte cambia i fatti qualitativamente ma non quantitativamente. Non si conoscono più fatti su un uomo perché è morto. Ma ciò che si sa già si indurisce e diventa definitivo. Non possiamo sperare che le ambiguità vengano chiarite, non possiamo sperare in ulteriori cambiamenti, non possiamo sperare in altro. Ora siamo i protagonisti e dobbiamo prendere una decisione.
John Berger

Se sei consapevole della morte, essa non arriverà come una sorpresa, non ne sarai preoccupato. Percepirai che la morte è esattamente come cambiarsi d’abito e, di conseguenza, in quel momento riuscirai a mantenere la tranquillità mentale.
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)

Ricercare l’ideale, comporta talvolta dover distruggere gli stupidi ostacoli del reale. Ecco quindi che per l’arte anche un semplice assassino, se contribuisce a ristabilire il concetto di uguaglianza, e nella morte siamo tutti uguali, non è che un onesto intellettuale.
Carl William Brown

Qui non c’è mio padre, che m’insegnò a non credere nell’intollerabile immortalità. / Qui non c’è mia madre che mi perdonò troppe cose. / Qui sotto gli epitaffi e le croci non c’è quasi nulla. / Qui non ci sarò io. Ci saranno i miei capelli e le mie unghie, che non sapranno che il resto è morto, e continueranno a crescere e diventeranno polvere. / Qui non ci sarò io, che farò parte dell’oblio che è la tenue sostanza di cui è fatto l’universo.
J.L. Borges

Non disprezzare la morte ma accettala di buon grado, come una delle cose volute dalla natura, come il divenire giovani e l’invecchiare, il crescere, il maturare, metter denti e barba e ingrigire, generare figliuoli, portarli al seno, metterli alla luce, e tutte le altre azioni naturali che accompagnano i vari periodi della vita. Tale è anche la dissoluzione.
Marco Aurelio

Comunque questa nostra vita possa essere, essa non ci può togliere la morte, la sovrumana, trascendente morte. Oh, cessiamo di indagare su di essa, su cosa è o cosa non è! Sapere è privilegio degli esseri umani, e nella morte nulla sapremo più, non faremo più parte dell’umanità, e la gioia che ci viene da questo pensiero ci compensa dell’amarezza del sapere, della sordidezza del nostro essere umani.
D. H. Lawrence

Morire per l’uomo non significa andare giù o andare su. Significa andare in. Andare all’interno, nel cuore della realtà. L’uomo spesso muore lentamente, sente spegnersi in sé, una dopo l’altra, le facoltà, le funzioni del corpo, lascia a gradi la vita esterna e comincia a vivere nell’interno, va verso il mistero della realtà che non si vede. È un momento della vita difficile da immaginare.
H. Hüng

Tenuto conto dei problemi della sovrapopolazione, della violenza alle donne, ai bambini e alle persone più deboli ed indifese, e considerato inoltre il pernicioso diffondersi della stupidità e dei costi assurdi della ingiustizia e della falsa legge dei templi, io sarei favorevole ad introdurre nuovamente la pena di morte per tutti quei gravi casi che la meritano. O per meglio dire, una pena di espulsione in un mondo migliore, in modo tale da poter passare a miglior vita, per sé e per gli altri.
Carl William Brown

La morte è la provvidenza di coloro che hanno avuto il gusto e il dono di fare fiasco, è la ricompensa di tutti quelli che non hanno avuto successo, che non ci tenevano ad averne…Dà loro ragione, è il loro trionfo. Invece, per gli altri, per quelli che hanno penato per avere successo, e me hanno avuto, che smentita, che schiaffo!
Emil Cioran

Siamo ingiusti verso la morte dipingendola come si fa di solito: dovremmo invece rappresentarla come una vecchia signora ben conservata, grande, bella, maestosa, dolce e calma, con le braccia aperte per accoglierci. È l’emblema dell’eterno riposo dopo la vita miserabile, inquieta e tempestosa.
Charles-Joseph de Ligne

Viviamo in una civiltà che ha smesso di convivere con la morte e questo perché c’è stata una regressione del sacro, del religioso e del rituale, che ha fatto sì che la morte diventasse sempre più qualcosa di privato e di indicibile. I grandi riti di cicatrizzazione e di esorcismo della morte non possono più funzionare nella nostra società.
E. Morin

Il tema della morte in vita e della vita in morte è fondamentale per l’artista. Il poeta infatti si fa veggente e attraverso la confusione dei sensi comunica con l’aldilà dove attinge la sua ispirazione. Egli è dunque un medium tra l’ideale ed il reale, il suo destino infatti è quello di diventare un maledetto ed entusiasta demiurgo sempre più infelice proprio perché sempre alla ricerca di una felicità non illusoria. In questo la sua stupidità è simile a quella dell’amante, del folle, del saggio e del filosofo.
Carl William Brown

Il nostro tempo nega semplicemente la morte, e con ciò la base ideologica dell’esistenza. Anziché percepire la morte, la sofferenza, il dolore come le spinte più forti della vita, come la base della solidarietà umana […] l’individuo è portato o costretto a rimuovere il sentimento della morte come uno ‘scandalo’.
Eric Fromm

Oggi la morte, sottratta sempre più nell’ambito pubblico e collettivo, viene considerata un accadimento privato, condannato a consumarsi nella emarginazione e nella solitudine. La morte, inoltre, viene ridotta a ‘malattia’, per cui il morente viene assegnato, nella divisione del lavoro, all’esperto, al ‘tanatologo’, che tratta il trapasso ‘scientificamente’, al di fuori delle emozioni, degli affetti del parentado, e senza le mediazioni rituali e sociali che servivano a ‘elaborare’ il lutto.
A. Todisco

Questi, nei giorni che il cielo stava per crollare, nell’ora che cedevano le fondamenta della terra, seguirono la loro vocazione di mercenari, riscossero la paga e morirono. / Con le loro spalle sorressero la volta del cielo; ressero e le fondamenta della terra ressero; difesero ciò che Dio abbandonava, e per una paga salvarono la somma delle cose.
A.E. Housman

Da quando ho saputo che è stato fatto il conto che in un anno normale muore il tre per cento dei viventi, mi pare che ogni persona che muore, contribuendo per parte sua a saldare quel debito fatale del tre per cento, ne scarica i vivi, e di conseguenza ogni morte dà un grado di probabilità di vita in più a coloro che restano.
F. Galiani

La morte non è male: perché libera l’uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desideri. La vecchiezza è male sommo: perché priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.
Giacomo Leopardi

Il lutto, quale si manifesta normalmente, consiste in una serie di rituali, in numerose superstizioni relative alla morte e al morto, che variano da cultura a cultura, e poi nell’espressione del dolore vera e propria. Il vero lutto è un processo psicodinamico, un travaglio interno, che piano piano conduce alla risoluzione e all’integrazione delle relazioni con la persona perduta e all’adattamento alla sua scomparsa.
A.B. Szalita

Il concetto non è ‘eutanasia è un bene’ o ‘eutanasia è un male’. Io come biologo posso affrontare la parte pratica: arrivare a un metodo scientifico per stabilire quando un ammalato ha più interesse a restare in vita o quando gli conviene cessare di vivere.
R. Dulbecco

La morte, o la sua allusione, rende preziosi e patetici gli uomini. Questi commuovono per la loro condizione di fantasmi; ogni atto che compiono può essere l’ultimo; non c’è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto di un sogno. Tutto, tra i mortali, ha il valore dell’irrecuperabile e del casuale.
J.L. Borges

La propria morte è irrappresentabile, e ogni volta che cerchiamo di farlo, possiamo costatare che in realtà continuiamo a essere presenti come spettatori. Perciò la scuola psicoanalitica ha potuto anche affermare che non c’è nessuno che in fondo creda alla propria morte, o, ciò che equivale, che nel suo inconscio ognuno di noi è convinto della propria immortalità.
Sigmund Freud

Ci si alza e si fa toilette colla mente al lavoro a cui si deve recarsi. Ci si mette alle nove al lavoro aspettando l’ora del pranzo e guardando ogni tanto l’orologio per vedere se essa si avvicina. Si pranza col pensiero più o meno esplicito al lavoro a cui bisognerà fra poco ritornare, e spesso si trangugia per la fretta di ritornarvi. Ci si rimette al lavoro pomeridiano e si vagheggia intanto l’ora dell’uscita e poi della cena; e durante questa ci si prospetta l’attesa del teatro o del letto. Non solo nelle intraprese maggiori della nostra vita, ma nei piccoli e consueti eventi della giornata e di ogni giornata, si vive aspettando il dopo. Ma il dopo gli altri dopo, il dopo a cui essi mettono necessariamente capo, è la morte. È dunque un continuo propendere verso la morte e affrettare col pensiero e col desiderio la morte.
Giuseppe Rensi

Una volta si moriva con grande spettacolo e citazioni in pubblico. Non c’era il distacco che caratterizza uno dei momenti fondamentali di ogni anche piccola comunità in cui si sono instaurati vincoli di comunanza sociale e fratellanza di vita. Oggi c’è una pratica ospedaliera che espelle il moribondo dalla società.
N. Elias

L’umorismo nasce per contrastare il potere ed il dolore, nonché la morte. Ecco perché si pone come antagonista sia del potere stesso, sia della religione, che hanno in pratica gli stessi fini. L’unica differenza è che l’umorismo è più democratico, più inoffensivo e più artistico, perlomeno nella sua fase iniziale, perché anche l’umorismo più sublime può diventare a lungo andare molto crudele e spietato.
Carl William Brown

Quelli che muoiono poco dopo i trenta non sono consolidatori ma fondatori. Portano al Mondo lo scintillante esempio della loro vitalità e delle loro conquiste. Frettolosamente accennano qualche strada al lume della loro gioventù sempre presente. Abbagliano, interpretano, meravigliano […] danno la fiamma, l’avvenire. Non si immaginerebbe Alessandro, vecchio e saggio, legislatore d’Oriente: la sua parte sta nel mettere di fronte Occidente e Oriente. Dopo di che sbrigatevela da voi. Tali sono gli esseri che scompaiono prima delle menomazioni, prima dell’equilibrio, prima della riuscita. Non sono venuti nel mondo a portare la pace ma la spada.
R. Brasillach

Ho visto schierarsi sotto le bandiere della morte colui che fu bello; colui che dopo la vita non è imbruttito; l’uomo, la donna, il mendicante, i figli di re; le illusioni della gioventù, gli scheletri dei vecchi; il genio , la follia, la pigrizia, il suo opposto; colui che fu falso, colui che fu vero; la maschera dell’orgoglioso, la modestia dell’umile; il vizio coronato di fiori e l’innocenza tradita.
Lautréamont

Amico mio, guardate il mio viso. Vedete a cosa riduce la dolente morte: e non lo scordate mai. Quello che amavate così tanto, quel corpo che fu vostro ora, sozzo e laido, è perduto per sempre: è pasto alla terra e ai vermi. La dura morte a ogni bellezza pone fine.
Lamento funebre borgognone, XV sec.

La vita è come una linea di fanteria che avanza in battaglia. Gli uomini a destra e a sinistra cadono a terra, morti o feriti. Così marciamo ogni giorno nella linea di fuoco diretta contro di noi dal destino, uno muore per un ictus, un secondo per cancro terminale, un terzo per un incidente d’auto, e altri sono colpiti da artrite invalidante o da Alzheimer. Quando verrà il mio turno?
Manfred Wheidorn

L’attacco al forte è un’idea olistica, strutturale, onirica, paradossale, metaforica, storica, futuristica, e non è lontana dall’esperienza più concreta del Daimon Club e dalla conseguente elaborazione della sua metodologia, la daimonologia, inoltre è ovviamente strettamente legata all’opera del suo ideatore, vale a dire Carl William Brown. Il testo è un work in progress al servizio del genio o se preferite della genialità, in perenne lotta contro la mediocrità della stupidità. Uno dei pilastri fondamentali del suo intreccio e della sua missione è quello di trovare degli eredi, e di poter così proseguire il proprio progetto letterario, artistico e filosofico al di là di una singola esistenza o di alcune labili generazioni. Il testamento è uno dei suoi nuclei tematici e concettuali più significativi ed importanti, argomento del resto profondamente legato alla riflessione e alla meditazione sulla vita e sulla morte, nucleo fondante di qualsiasi filosofia.
Carl William Brown

La sua bellezza rendeva la speranza vana. / La sua grazia ghiacciava il cuore. / Era lei. / Lei, Sovrana del Regno delle Ombre. […] Lei si fermò davanti al portone chiuso. / A mezzanotte sollevò il pesante, enorme batacchio a testa d’ariete, e bussò tre volte. / Colpi sordi, che scossero il palazzo dalle fondamenta, nelle profondità delle loro profondità. […] Al terzo colpo ancora vibrante, egli si alzò e andò ad accogliere con passo fermo la Regina della Notte. Le spalancò la porta. Si guardarono a lungo in silenzio. […] Lei lo portò verso l’Ignoto.
Sayd Majrouh

Quand’ero ragazzo era un fatto corale. Moriva un vicino di casa e tutti assistevano, aiutavano. La morte veniva mostrata. Si apriva la casa, il morto veniva esposto e ciascuno faceva così la sua conoscenza con la morte. Oggi è il contrario: la morte è un imbarazzo, viene nascosta. Nessuno sa più gestirla. Nessuno sa più cosa fare con un morto. L’esperienza della morte si fa sempre più rara e uno può arrivare alla propria senza mai aver visto quella di un altro.
Tiziano Terzani

La pallida morte sfiorerà al fine il tuo seno con gelida mano / impallidirà lo squisito corallo delle labbra / il caldo manto di neve diverrà fredda sabbia / il dolce lampo degli occhi, il vigore della mano svaniranno al giungere del tuo tocco / i capelli che ora competono con lo splendore dell’oro / giorno e notte ridurranno alfine a volgare fascio. […] Questo e più che questo dovrà infine svanire / solo il tuo cuore sopravviverà al tempo / perché la natura lo ha voluto di diamante.
Ch. H. von Hofmannswaldau

E la morte non avrà nessun dominio. Gli uomini morti e nudi saranno tutt’uno con l’uomo nel vento e nella luna di ponente; quando le loro ossa saranno raccolte scarnite e così scarnite svaniranno, essi avranno stelle al gomito e al piede; e se impazzirono saranno sani di mente, e se affondarono giù nel mare torneranno a galla; e se anche gli amanti si perdettero, non si perderà l’amore; e la morte non avrà nessun dominio.
Dylan Thomas

Voglio stare nella morte con i poveri / che non ebbero tempo di studiarla, / mentre li bastonavano coloro che hanno / diviso e regolato il cielo. / Ho pronta la mia morte come un vestito / che mi attende, del colore che amo, / dell’estensione che ho cercato inutilmente, / della profondità di cui ho bisogno.
Pablo Neruda

Il grande mare / mi trascina alla deriva / mi trascina come erba nel gran fiume. / La terra e il gran tempo / mi sospingono / mi portano via / e mi sconvolgono. / Prestatemi, donne, i vostri ornamenti di legno / Perché io possa farmi guardare ancora / come una donna vera.
Anonimo eschimese

Più non temere la violenza del sole, / né del furioso inverno le ire; / hai completato la tua fatica terrena / sei tornato a casa, hai riscosso la tua paga; / giovani vaghi e bionde fanciulle / come spazzacamini devono ridursi a polvere. / Più non temere la protervia dei grandi, / sei sfuggito ai colpi del tiranno, / più non aver cura del cibo e vestiti; / per te un giunco o una quercia sono la medesima cosa: / lo scettro, la scienza e la medicina, tutto deve seguire questo gioco e ridursi in polvere.
William Shakespeare

Paola Masino dice che la Morte / sta sempre llì a orecchià come parlàmo: / tu te nisconni, vai, chiudi le porte? / Lei intigna e vò sapé quello che fàmo. / Guarda sì che impicciona! Butta l’amo / e si tu nun abbocchi ride forte / e strilla: ‘Prima o poi se stucca er ramo, / ’ndo scappi? Ciaverài l’istessa sorte!’ / Er punto dunque, è de vedé quarmente, / cavarcànno su ll’urtimi confini, / fai l’urtimi du’ fiati e poi più gnente. / Come sarà? Dev’esse un gran ber ballo! / Puro Leopardi, er Belli e Pasolini / se gelavano solo a mentovarlo.
A. Trombadori

Chiedo ai colli e alle valli: / ‘Dov’è il mio sposo?’ / E dico loro: / ‘Non posso più portargli da mangiare, / né più servirgli bevanda alcuna. / Nel suo letto riposa lo sciacallo. / Perché mi domandate del suo flauto di canna? / Tocca al vento suonarlo ora per lui. / Perché mi domandate dei suoi canti soavi? / Tocca al vento cantarli ora per lui’.
Inno sumerico, III millennio a.C.

Nell’esistenza umana […] Vita e Morte si fronteggiano e lo scontro può risolversi contro la Vita, dal momento che la Morte ha un radicale potere di contagiare in sé tutto ciò con cui comunque viene in contatto. Non tenere conto di tutto ciò, fare ‘come se’ ciò non fosse – ed è questo il sentiero attualmente praticato dalla cultura urbanocentrica neocapitalistica – comporta lasciare che in questo suo mortale abbraccio con la Vita la Morte celebri il suo trionfo.
L.M. Lombardi Satriani

La guerra è la madre di tutte le cose, come sosteneva giustamente Eraclito, nulla più che un gioco crudele, per cui non mi stupisce più di tanto che dei terroristi ammazzino dei nemici, militari o civili non fa molta differenza, combattono per guadagnare qualcosa, denaro, potere e territorio, mentre la religione è solo una banale motivazione di facciata, e il più delle volte pagano le loro maldestre azioni con la morte, che mi sembra un’ottima e giusta ricompensa. La cosa invece che mi lascia allibito ed esterrefatto è come sia possibile che un manipolo di deficienti, solo perché sono abili in qualche sport, o in qualche stupida professione, possano guadagnare finanche svariati milioni di dollari, alla faccia di miliardi di persone che vivono in miseria e talvolta crepano pure di fame. Purtuttavia la maggior parte della gente comune, quella più ridicola per intenderci, anche se ha un minimo di istruzione conformista e subalterna all’autorità costituita, considera dei beniamini o degli idoli il gruppetto di imbecilli di cui sopra, mentre si scandalizza e teme per la propria incolumità quando viene informata delle azioni dei guerriglieri. Morale della favola, la trivialità è il nucleo fondante della nostra mediocre umanità.
Carl William Brown

Niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bambino o adulto, ammalato incurabile o agonizzante. Nessuno può richiedere questo gesto omicida per se stesso o per un altro affidato alla sua responsabilità, né può acconsentirvi esplicitamente o implicitamente. Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo.
Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, 1980

Nella pubblicità dell’esistenza secolare, la morte non gioca praticamente ruolo alcuno […] La malattia come simbolo di transitorietà è sostanzialmente confinata nelle cliniche […] cinema e teatro riflettono unicamente la vita dei sani […] È sintomatico a questo proposito il fatto che nelle nostre città […] i cortei funebri non percorrono più le strade, ma sono riservati al ghetto dei cimiteri.
H. Thielicke

Nonostante l’espressione verbale, in genere sia divenuta da qualche anno, più libera, più flessibile, è sempre ancora difficile per l’uomo parlare della morte. Non vi si giunge che sotto la forma astratta di considerazioni generali e filosofiche o adoperando il tono della confidenza semi-espressiva, con numerose circonlocuzioni che restano le più variate e le più utilizzate ai nostri giorni. Parlarne più direttamente è visto come indecente. Non si parla della morte ai ragazzini nascondendosi dietro il pretesto che essi non comprenderebbero […] C’è la paura di risvegliare la morte che l’uomo porta in sé, di rivelare all’altro suo simile e di conseguenza a se stesso, che l’uomo è portatore di morte.
A. Haim

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