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William Shakespeare. Aforismi geniali.

William Shakespeare. Aforismi geniali.

William Shakespeare. Aforismi geniali. Terza edizione 2025 Kindle ebook disponibile su Amazon store. Testo ampliato e rivisto con nuove citazioni del grande bardo, nuovi articoli sul periodo storico in cui visse e acute riflessioni di giovani e brillanti studiosi sulla sua opera e la sua identità.

Shakespeare con la sua saggezza e abilità creativa, potenziate dalla sua geniale retorica, ha creato opere davvero piene di aforismi e frasi memorabili capaci di distillare intuizioni profonde sulla natura umana, l’etica, la politica, l’amore, la sofferenza, in pratica su l’intera esistenza.
Carl William Brown

Il fatto è che Shakespeare non era settario; non sosteneva la missione di nessuno, non sosteneva la causa di nessuno. Ha scritto con l’intento di essere uno specchio delle cose così come sono; e mostra l’ufficio del vero poeta e letterato, che è quello di ricreare l’anima dell’uomo come Dio l’ha creata, e la società umana come l’uomo l’ha creata.
George Dawson

Quando Sigmund Freud scrisse: “Ovunque io vada scopro che un poeta è stato lì prima di me.”, è chiaro che si riferiva principalmente, ma non solo, ovviamente, a uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, ovvero William Shakespeare.
Carl William Brown

William Shakespeare potrebbe non essere nato grande, ma è sicuramente morto grande. Ha usato parole come Michalengelo ha usato colori e marmo, e Mozart ha usato note musicali. Attraverso il suo intricato intreccio di saggezza attraverso le parole, sopravvive come nostro contemporaneo oggi, oltre 400 anni dopo la sua morte. Indipendentemente dalle numerose teorie sulla sua identità, che sia una persona sola o più persone, abbiamo il suo corpo come prova, il corpo di opere che abbiamo imparato ad apprezzare e godere come un set completo.

È impressionante notare che queste opere, che sono diventate la pietra angolare dell’istruzione classica nella letteratura inglese, sono state create da uno che non aveva ricevuto un’istruzione universitaria. Il suo genio era naturale e non istruito, e tuttavia la sua comprensione e rappresentazione della complessità della natura umana non ha eguali. Se il linguaggio è il più grande spettacolo dell’uomo sulla terra, allora Shakespeare è senza dubbio il più grande showman. Harold Bloom, il noto studioso di Yale e Harvard, lo descrisse ambiziosamente come colui che “inventò l’umano”, e con ogni nuova lettura di una qualsiasi delle sue opere questa descrizione diventa sempre più realistica.

Proprio così, a più di 400 anni dalla morte di Shakespeare e il culto del bardo non accenna ad affievolirsi. Anzi, Shakespeare è oggi un marchio, un’industria, la “Shakespeare Inc.” come l’ha definita il Time, titolando la copertina “Will Power”. Nel suo nome si vende di tutto: dalle magliette alle tazze, dai mouse-pads ai cavatappi. Per non parlare del turismo shakespeariano che porta introiti notevoli nelle casse del Regno Unito.

Il nuovo Globe di Londra, modellato sul “suo” teatro seicentesco, è sempre esaurito. “Ma questo mercato globale non intacca per nulla la sua grandezza, non diminuisce il fascino sempre nuovo, la magia – diremmo con Prospero nella Tempesta – che le parole dei suoi testi evocano, un vero universo di parole”. Lo sostiene Giovanna Franci che insegna Letterature Anglo-americane. Con lei abbiamo fatto un gioco partendo proprio da qualche aforisma di Shakespeare.

“Anni fa, in un libro famoso, Jan Kott parlava di “Shakespeare nostro contemporaneo”. E ancora Bloom lo vede come uno dei fondatori del canone occidentale. Il suo teatro, come forma conoscitiva superiore alle altre, è veramente un teatro-mondo; i suoi testi sono, ancora oggi, copioni di successo per innumerevoli versioni cinematografiche, non solo teatrali. Shakespeare è “il più bravo sceneggiatore del mondo”, come ebbe a dire un produttore di Hollywood, che si presta a innumerevoli interpretazioni: non uno, ma cento, mille Shakespeare. Solo pochi esempi meno tradizionali: il film muto di Svend Gade del 1921 dove una bravissima Asta Nielsen recita la parte di Amleto al femminile; “Un Amleto di meno” di Carmelo Bene, del 1973; “Che cosa sono le nuvole” di Pier Paolo Pasolini, con un Otello recitato dai pupi, del 1967. Potremmo riscrivere il titolo del più recente film “Shakespeare in love”, di John Madden, del 1998, come “In love with Shakespeare”.

Ecco perché dopo la prima edizione di questo libro che risale al 2002 e la seconda edizione che venne pubblicata nel 2014, ripropongo ora, nel 2025, la terza edizione, in versione Kindle, disponibile su Amazon, a cui farò poi seguire la possibilità di avere anche il libro cartaceo, il tutto nell’ottica di promuovere anche gli altri libri che ho scritto nel corso della mia carriera di insegnante e di divulgatore, il prossimo dei quali sarà un Dizionario Aforistico in lingua Inglese ancora basato sull’intera opera di William Shakespeare.

I contenuti di questa nuova versione sono stati aggiornati in tutte le varie sezioni, abbiamo quindi più aforismi del grande bardo, ben 500; una vasta selezione di pensieri, riflessioni e critiche su Shakespeare e la sua opera, circa 150, in lingua Inglese, da parte di famosi autori che nei secoli si sono occupati della sua produzione; brani famosissimi tratti dalle opere dell’illustre drammaturgo; infine sono stati rivisti e tradotti anche i saggi presenti nella versione precedente, con una particolare attenzione al periodo storico in cui visse l’autore e anche alla questione della paternità delle opere stesse del drammaturgo, con un occhio di riguardo per John Florio, grande letterato del Rinascimento, troppo a lungo snobbato e dimenticato dalla critica e dagli studiosi.

Che cosa si può dire oggi di Shakespeare e della sua attualità, se non, ad esempio, citare Matthew Arnold, il quale osserva: “Il dialogo della mente con se stessa è cominciato; i problemi moderni si sono presentati; udiamo già i dubbi, vediamo lo scoraggiamento di Amleto e di Faust.” Questo ci porta a riconoscere come l’opera di questo immenso genio sia senza tempo, immortale, capace di rappresentare con straordinaria profondità l’inquietudine, l’ambiguità e il senso di smarrimento dell’uomo moderno in tutte le sue sfaccettature.

Nei suoi sonetti, il bene e il male si intrecciano, il bello si fonde con il deforme, il desiderio si accompagna alla repulsione, la passione convive con la vergogna. Tuttavia, non è fondamentale chiedersi chi sarebbe Shakespeare oggi se fosse nostro contemporaneo, né perché nei suoi 154 sonetti i primi centoventisei ruotino attorno alla figura di un giovane amico, il “fair friend”, simbolo di un’androgina perfezione primordiale, mentre i restanti ventotto siano dominati dalla misteriosa presenza della “dark lady”. Ciò che conta davvero è la grandiosità del suo linguaggio poetico, la sua impareggiabile originalità e la straordinaria capacità della sua inventiva di attraversare, con maestosa fluidità, tutte le contraddizioni della natura umana.

L’interesse di Shakespeare per la saggezza, l’osservazione e le complessità della condizione umana, tipico del Rinascimento, si unisce alla sua straordinaria abilità retorica, profondamente radicata nelle sue opere, ricche di aforismi incisivi e potenti. Queste espressioni di saggezza non solo arricchiscono il contesto drammatico in cui appaiono, ma spesso lo trascendono, rivelando una mente filosofica straordinaria, capace di condensare intuizioni profonde sulla natura umana, l’etica, la politica e l’esistenza stessa.

Le sue opere non si limitano a essere capolavori teatrali, ma si configurano anche come autentiche meditazioni sulla vita, avvicinandosi, in certi casi, a veri e propri trattati filosofici in forma poetica. A testimonianza di ciò basterebbero solo alcune frasi, come le seguenti ad esempio: “Non c’è niente di buono o cattivo, ma il pensiero lo rende tale.” Un’idea che sfiora l’esistenzialismo, ponendo l’accento sulla soggettività della percezione e della realtà. Oppure: “Tutto il mondo è un palcoscenico, e tutti gli uomini e le donne sono solo attori.” Una visione della vita che richiama il pensiero stoico e l’umanesimo rinascimentale. E ancora: “La parte migliore del valore è la discrezione.” Una riflessione pragmatica sul coraggio, che riecheggia una visione quasi machiavellica della virtù.

La sua opera rimane così estremamente aperta e anche se tende verso l’esperienza profonda della totalità e dell’immortalità ci fa perdere ogni volta nell’io dei suoi personaggi, sicché non riusciamo mai a sapere in effetti cosa l’autore in realtà pensi e per chi parteggi. Il suo linguaggio comunque attinge a tutti gli aspetti del vivere, e spesso compare sotto il provocatorio segno dell’ambiguo, dell’irrisolto, del problematico, e attraverso la drammatica introspezione di alcuni tra i suoi migliori protagonisti, Amleto su tutti, grazie alla sua figuralità ricca di paradossi, giochi di parole e litoti concettuali a scardinare sempre e comunque i capisaldi della referenza più ordinaria e del potere più autoritario e conformista, ed è proprio in questa sua devianza dalla norma che risiede la splendida grandezza immortale della sua arte retorica, stilistica e profondamente umana.

A conclusione di questa prefazione, vorrei aggiungere solo una riflessione: la letteratura aforistica, pur avendo un immenso valore filosofico, artistico e talvolta anche scientifico, non gode del favore del grande pubblico. Sempre meno abituati a leggere, riflettere e interrogarsi, molti tendono a evitarla, forse perché, influenzati anche dai consigli di certi pseudo-intellettuali, sono convinti che la felicità e la spensieratezza derivino dal non affaticare troppo la mente. Io, al contrario, resto fermamente dell’idea opposta: preservare la nostra capacità di pensare è essenziale per salvaguardare la nostra umanità. Per questo condivido profondamente il pensiero di John Stuart Mill, il quale affermava: “È meglio essere un uomo malcontento che un maiale soddisfatto, essere Socrate infelice piuttosto che un imbecille contento, e se l’imbecille e il maiale sono d’altro avviso ciò dipende dal fatto che vedono solo un lato della questione.” Ed è proprio per questo motivo che continuo a promuovere e valorizzare il genere aforistico.


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(In attesa della pubblicazione in Inglese, William Shakespeare. Aphoristic Dictionary. potete anche leggere vari articolisaggi e anche un dizionario di citazioni di William Shakespeare nel sito https://www.english-culture.com)

William Shakespeare. Aforismi geniali. Terza Edizione 2025

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